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Raddoppiano i contratti a tempo indeterminato: "Questi numeri sono un raggio di sole"

"I dati sul lavoro e, nello specifico, sulle tipologie contrattuali del primo quadrimestre 2015, avviamenti sull'ambito riminese, segnano in provincia di Rimini un consistente aumento dei contratti a tempo indeterminato", afferma Gnassi

Raddoppiano sul territorio riminese i contratti a tempo indeterminato nei primi quattro mesi dell’anno. “Possiamo forse iniziare ad avere un pizzico di ottimismo in più - esordisce il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi -. Dentro un contesto macroeconomico ancora difficile, duro, che aggredisce ogni giorno milioni di persone e centinaia di migliaia di imprese in tutta Italia, ci sono dei segnali anche sul nostro territorio che generano speranza. Sulla scorta di quanto dichiarato nei giorni scorsi la stessa Bankitalia attraverso Draghi che ha parlato di ‘inizio della fine della crisi".

"I dati sul lavoro e, nello specifico, sulle tipologie contrattuali del primo quadrimestre 2015, avviamenti sull’ambito riminese, segnano in provincia di Rimini un consistente aumento dei contratti a tempo indeterminato sia come cifra assoluta (3.765 nel 2015 contro i 1.795 del 2014) sia come ‘peso’ percentuale sul totale delle tipologie contrattuali ( 12.9% nel 2015 contro 5.9% del 2014) - prosegue -. La variazione percentuale del dato comparato tra primi quattro mesi del 2014 e primi quattro mesi del 2015 è del 109.7%. Sono 1.970 persone in più che possono contare su contratti che, per definizione, portano con sé maggiore stabilità, maggiore possibilità di costruire progetti professionali e di vita".

"Il dato riminese è confermato dal quadro regionale, dove i dati Inps oggi ci dicono che nel novero di un aumento delle assunzioni nel primo quadrimestre 2015 è chiaro un aumento del 48% dei contratti a tempo indeterminato, una crescita sopra la media nazionale - chiosa il primo cittadino -. Siamo alla fine della recessione allora? Non possiamo certo dire di sì, perché il termine statistico (da leggere comunque in maniera approfondita nei prossimi mesi per metterne in luce la profondità permanente) non sana una crisi più generale, non solo economica, dunque, che va affrontata con determinazione mese per mese. Certo è che un mercato del lavoro più dinamico, ove si riformi tutelando, possono dare quella ‘scossa’ alle imprese per assumere, investire sulle risorse umane. E questi numeri, oggi, sono un raggio di sole”".

Secondo i dati del Centro studi Politiche del lavoro e società locale della Provincia di Rimini sono 3.765 infatti i contratti di questi tipo stipulati da gennaio a fine aprile, il 109,7% in più di quelli relativi al primo quadrimestre 2014. Calano invece le assunzioni in base a differenti forme contrattuali (determinato, collaborazioni, intermittente, atipici, apprendistato). Complessivamente nel territorio riminese il saldo delle assunzioni nel primo quadrimestre dell’anno risulta per questo negativo (-4,1%) se raffrontato allo stesso periodo dello scorso anno, con 29.240 assunti.

“Il dato interessante è che più che raddoppiato il lavoro a tempo indeterminato, che continua a crescere, e quindi sta calando la precarietà – commenta il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti -. Dal 7 marzo con l’entrata in vigore del Jobs Act l’effetto sulle assunzioni a tempo indeterminato è stato rilevantissimo e si è preferito assumere con queste forme contrattuali: in gennaio e febbraio gli avviamenti a tempo indeterminato avevano registrato un aumento del 77,51% per effetto della decontribuzione e del taglio dell’Irap previsto dalla Legge di stabilità. Nel secondo bimestre l’aumento è stato superiore proprio grazie alla spinta del Jobs Act.

Va dall’altra parte evidenziato che il calo degli avviamenti complessivo, dovuto soprattutto agli avviamenti a termine, può essere legato anche al calo nel settore legato al turismo e alla stagionalità. Il territorio riminese si distingue dalla media italiana, ma anche da quella regionale, per l’alta incidenza di occupati nei servizi, che arrivano al 69%. Questo aspetto, unito alle caratteristiche di stagionalità del nostro mercato del lavoro che risentono del calendario (ponti, Pasqua alta o bassa) e del meteo, possono spiegare il calo degli avviamenti non a tempo indeterminato che si è registrato soprattutto dalla primavera. Occorrerà quindi verificare quale sarà l’andamento complessivo degli occupati nei prossimi mesi”.

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