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Costruzioni e impianti, Cna Rimini: "Ritenuta sui bonifici all’11% un colpo che rischia di essere letale"

Le imprese dei settori edilizia e impianti dovranno anticipare complessivamente al fisco 1,22 miliardi per effetto dell’aumento dall’8% all’11% della ritenuta sui bonifici

Le imprese dei settori edilizia e impianti dovranno anticipare complessivamente al fisco 1,22 miliardi per effetto dell’aumento dall’8% all’11% della ritenuta sui bonifici connessi al pagamento di corrispettivi che beneficiano di detrazioni fiscali. L’aumento della ritenuta scattato dal primo marzo determina un consistente incremento dell’anticipazione finanziaria delle imposte sui redditi. “La ritenuta all’11% è insostenibile per le imprese dal momento che è applicata sui ricavi, mentre le imposte sono calcolate sul reddito - sottolinea Ruggero Vitali responsabile Cna Costruzioni Rimini -. E’ necessario rivedere la misura introdotta con la legge di bilancio. L’impatto è notevole sui comparti costruzioni ed impiantistica che già stanno accusando una brusca frenata. Inoltre per recuperare interamente, in termini finanziari, l’ammontare di imposte anticipate con la ritenuta, le imprese devono attendere da un minimo di 283 giorni a un massimo di 647 giorni, quasi due anni”

Una vera e propria mazzata per i settori edilizia e impianti in grandissima difficoltà che si misurano con un anno con tante nubi all’orizzonte. “La previsione per il 2024 è di una forte riduzione: -8% circa degli investimenti in costruzioni senza poi l’apporto espansivo della manutenzione straordinaria (nell’ultimo triennio rappresentare il 40% del mercato), a seguito del venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto che ha messo in ginocchio diverse realtà. Alla fine per l’intero comparto delle Costruzioni si andrà incontro ad un preoccupante -27%”.

Diversa invece è la previsione sugli investimenti in opere pubbliche per le quali è prevista un’importante crescita (+25%), grazie agli investimenti del Pnrr e che assume un ruolo ancor più centrale per il sostegno all’economia e del settore delle costruzioni in compensazione al ridimensionamento del driver del mercato delle ristrutturazioni.

Una contrazione complessiva determinata ed anche riscontrabile dai dati finanziari. Le misure di sostegno alla liquidità per affrontare il susseguirsi delle varie difficoltà che l’Europa ha dovuto, e che sta, tuttora affrontando hanno esaurito i loro effetti di sostegno alla liquidità delle imprese.

“Tra gennaio e settembre 2023 Banca d’Italia ha confermato una diminuzione del 6% circa dei finanziamenti complessivi per investimenti in costruzioni, determinata sostanzialmente dalla contrazione dei mutui per investimenti residenziali (-16%) - puntualizza Vitali - a questo poi si somma il peggioramento del mercato creditizio: nel secondo semestre 2023  i valori sono negativi sia per il comparto residenziale sia per il comparto non residenziale (rispettivamente il -24,5% e il -7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Previsione che quasi certamente si confermerà anche per la prima parte del 2024”.

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