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Federazione Moda Italia, l’imprenditore Giammaria Zanzini entra a far parte del Consiglio nazionale

. Federazione Moda Italia è la più importante Federazione di settore moda, dettaglio e ingrosso abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori, articoli sportivi, tessile-arredamento, in cui operano oltre 72.000 addetti

Un importante riconoscimento per Confcommercio della provincia di Rimini arriva dal consiglio nazionale di Federazione Moda Italia che si è svolto a Forlimpopoli. Federmoda Italia ha infatti inserito nel consiglio nazionale (in carica fino al 2022) l’imprenditore riminese Giammaria Zanzini. Federazione Moda Italia è la più importante Federazione di settore moda, dettaglio e ingrosso abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori, articoli sportivi, tessile-arredamento, in cui operano oltre 72.000 addetti. Costituita nel 1949, associa oltre 30.000 aziende iscritte nelle rispettive associazioni provinciali di Confcommercio.

"Sono onorato e lusingato di fare parte di questa squadra così competente e agguerrita nel sostenere le imprese del settore -– dice il neo consigliere nazionale, Giammaria Zanzini -. Con questo nuovo incarico cercherò di dare il mio apporto, come ho sempre fatto sul nostro territorio, a difesa del piccolo commercio e dei negozi di vicinato. Ringrazio il presidente Borghi per questa opportunità: in questi anni abbiamo vinto alcune battaglie come quelle su studi di settore ed etichettatura delle merci, ma il lavoro non ci mancherà. Riserveremo un’attenzione particolare alla lotta alla contraffazione che vede spazi di conquista anche sul web".

"Un incarico importante che farà bene a tutto il nostro territorio perché ne aumenta la rappresentatività - commenta il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino -. Zanzini, grande conoscitore delle specificità dei commercianti del settore abbigliamento sul nostro territorio, saprà portare le istanze riminesi a livello nazionale”.

Il presidente nazionale di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, guarda avanti e spiega: "Al prossimo governo chiediamo di non far scattare le clausole di salvaguardia, una riforma fiscale che abbassi tasse a famiglie ed imprese, l'introduzione di una web tax non solo per la vendita di servizi online così come attualmente sembra indirizzata, ma anche e soprattutto sulle piattaforme di e-commerce che minano sempre di più un già faticoso equilibrio concorrenziale a fronte di un mancato gettito per le casse dello Stato stimato in almeno 4-5 miliardi l’anno. Da parte nostra occorre l’impegno in tutti i territori ad accompagnare al meglio le aziende con formazione specialistica per l’innovazione, la digitalizzazione e le reti d'impresa".

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