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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Sciopero dei lavoratori della fiera. Cagnoni: "Difesa di privilegi"

Arriva la gelata di Cagnoni, in questo caso come datore di lavoro, a seguito della notizia sullo sciopero indetto giovedì dai dipendenti di Rimini Fiera. Cagnoni cita le condizioni di seria criticità in cui versa il settore

“Il contratto integrativo dei dipendenti di Rimini Fiera  - dice il presidente della SpA, Lorenzo Cagnoni - a causa automatismi derivanti dai tempi in cui ci configuravamo formalmente come Ente, presenta oggi, per un’azienda che sta sul mercato, situazioni di privilegio non più compatibili con le retribuzioni del mondo del lavoro e con la congiuntura economica del mondo fieristico: buona parte dei dipendenti di Rimini Fiera percepisce uno stipendio straordinariamente al di sopra dei livelli retributivi di mercato. Abbiamo pertanto il dovere come azienda operante sul territorio di informare l’opinione pubblica che i sacrifici che stiamo chiedendo ai dipendenti in occasione del rinnovo del contratto integrativo scaduto il 31 dicembre scorso sono assolutamente sopportabili e ragionevoli”.

Arriva la gelata di Cagnoni, in questo caso come datore di lavoro, a seguito della notizia  sullo sciopero indetto giovedì dai dipendenti di Rimini Fiera. Cagnoni cita  le condizioni di seria criticità in cui versa il settore espositivo nazionale. Insomma, la dirigenza della fiera sembra voler tenere la barra dritta sul contratto integrativo.

“Ci siamo impegnati a fondo per mantenere i livelli occupazionali e nella nostra proposta - spiega Cagnoni - ci limitiamo a chiedere loro di lavorare 38 ore settimanali anziché 36 (poiché non esistono altri esempi di aziende e fiere con un orario di lavoro tanto ridotto), di interrompere gli aumenti di stipendio automatici legati all’anzianità eccedente quella prevista dal contratto nazionale (un’anzianità che, ad oggi, su numerose figure di lavoratori di Rimini Fiera è oltre sette volte quella percepita dai lavoratori del commercio) ed altri piccoli sacrifici, mantenendo buoni pasto, premi di produttività e molti altri trattamenti di maggior favore che lascerebbero il nuovo integrativo straordinariamente vantaggioso”.

“Sono disponibilissimo - conclude Cagnoni - a confrontarmi con tutti i dipendenti sulle strategie di questa azienda ma temo che il vero problema sia che tra queste vi è la riduzione di privilegi che non hanno pari in alcuna azienda del nostro territorio”.

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