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Via alla fusione tra le Banche di Credito Cooperativo Valmarecchia e Rimini

"Questa fusione consente di radicare ancor di più le BCC sul territorio e, grazie alla ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie e logistiche le rende più competitive e più forti sui servizi offerti alla clientela, garantisce maggiormente sostegno a imprese, famiglie, terzo settore e associazionismo", afferma Arlotti

Ufficializzata la fusione delle Banche di Credito Cooperativo Valmarecchia e Rimini, con un capitale di 200 milioni, 1,5 miliardi di raccolta e oltre 900 milioni di impieghi che vanta 4.500 soci e 50.000 clienti. "Si va nella direzione giusta - ha evidenziato il deputato Tiziano Arlotti -. Quella di dare continuità ai valori mutualistici che sono alla base della storia ultracentenaria delle Casse Rurali e Artigiane che nacquero concedendo “il credito d’onore” per poter acquistare le sementi e la forza motrice per lavorare i campi e per sostenere l’artigianato".

"Questa fusione consente di radicare ancor di più le BCC sul territorio e, grazie alla ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie e logistiche le rende più competitive e più forti sui servizi offerti alla clientela, garantisce maggiormente sostegno a imprese, famiglie, terzo settore e associazionismo - prosegue Arlotti -. Va nella direzione di quanto a breve sanciremo per legge nel Parlamento completando il percorso avviato con la nuova legge sulle banche popolari. Su un totale di 700 banche italiani ben 370 sono Banche di Credito Cooperativo e la Banca Centrale Europea già da tempo ha posto il problema di relazionarsi con un sistema meno frammentato proprio per salvaguardare al meglio la solidità e il radicamento sul territorio".

Martedì stata ufficializzata anche l'a aggregazione delle due Camere di Commercio delle Provincie di Rimini e Forlì-Cesena, che comprendono un territorio in cui operano circa 100.000 imprese ed ha 730.000 abitanti e un fatturato annuo complessivo di circa 20 miliardi. "Anche in questo caso le economie che si attiveranno e le sinergie avranno effetto positivo per il territorio, le imprese e l’economia nel suo insieme - sostiene Arlotti -. In entrambe le aggregazioni c’è stato un percorso che si è sviluppato per discuterne approfonditamente, per favorirne la gestazione e il risultato è stato raggiunto con unanimità. Ciò significa che gli amministratori ed i soci hanno condiviso e fatte proprie le volontà del legislatore".

Osserva Arlotti: "Non posso però non evidenziare che, nel caso della fusione delle Banche di Credito Cooperativo non siamo, (e qui lo dico da socio Bcc) riusciti a far decollare anche la seconda fusione fra Banca Malatestiana e Banca Romagna Est. Analogamente la aggregazione delle due Camere di Commercio è un fatto positivo ma manca della aggregazione della Camera di Commercio di Ravenna. Non mi permetto di sindacare la scelta dei ravennati, ma voglio evidenziare che questa situazione che si è creata è in netto contrasto con le politiche e le strategie di Area Vasta della Romagna sulla quale siamo stati i primi in assoluto ad attivarci e su cui la Regione, e presto anche lo Stato con apposite norme, interverrà. Mi auguro che in tempi brevi si possa raggiungere in entrambi i casi una adeguata e coerente dimensione territoriale per le Bcc e di Area Vasta per la camera di Commercio. Personalmente non mi stancherò di lavorare per raggiungere l’obiettivo".

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