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Economia

I big del Made in Italy a Ecomondo per spingere sull'economia circolare

Otto tra le maggiori aziende italiane in diversi settori hanno presentato un documento comune, concepito come base di interlocuzione per sviluppare un approccio italiano all’economia circolare

Hanno scelto il palcoscenico di Ecomondo per lanciare le proprie proposte e chiedere alle istituzioni italiane di porre sempre più al centro dell’agenda politica il tema dell’economia circolare. Otto tra le maggiori aziende italiane in diversi settori – Bulgari, Costa Crociere, Eataly, Enel, Fater, Intesa San Paolo, Novamont, Ferragamo, con il coinvolgimento di Accenture – hanno presentato oggi alla Fiera di Rimini di Italian Exhibition Group un documento comune, concepito come base di interlocuzione per sviluppare un approccio italiano all’economia circolare. Un ulteriore passo in avanti dell’Alleanza per l’Economia circolare che le otto aziende hanno siglato quasi un anno fa (29 novembre 2017). Il documento è stato presentato in anteprima ad Ecomondo nell’ambito del convegno “Economia circolare: il paradigma economico del ventunesimo secolo per ridefinire crescita e sviluppo” organizzato dal comitato tecnico scientifico di Ecomondo insieme a Intesa San Paolo, gruppo bancario che ha incluso nel proprio Piano Industriale l’impegno a supporto della transizione verso l’economia circolare e che è, inoltre, Global Partner della Fondazione Ellen MacArthur. “Supportare la transizione verso modelli di economia circolare – si legge nel documento - dovrebbe essere una delle priorità nell’agenda delle Istituzioni”. Tra gli obiettivi dichiarati quello di “poter gettare solide basi per collaborare alla definizione di un Piano Nazionale per l’Economia Circolare che possa fondarsi sul partenariato pubblico privato”.

CONAU, l’Associazione italiana delle aziende della raccolta e valorizzazione delle frazione tessile dei rifiuti urbani aderente a FISE UNICIRCULAR, e l’omologa associazione tunisina CONNECT GL Friperie hanno siglato oggi a Ecomondo di Italian Exhibition Group un Protocollo d’intesa, alla presenza di UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale), interessata a valutare le ricadute occupazionali in Tunisia, per valorizzare la “gestione integrata” tra i sistemi Italo – tunisini di economia circolare della filiera del fine vita dell’abbigliamento usato (frazione tessile dei rifiuti urbani). L’accordo intende rendere trasparente e tracciabile la commercializzazione di questi prodotti a fine vita tra Italia e Tunisia.

Per il Consorzio Nazionale Abiti e Accessori Usati oggi questo settore della circular economy ha raggiunto un equilibrio: in Italia si raccolgono ogni anno circa 150.000 tonnellate di abbigliamento usato che vengono sottratte allo smaltimento in discarica o in inceneritore, garantendo circa 1.000 posti di lavoro in gran parte in piccole aziende e nel mondo delle cooperative sociali che impiegano una quota significativa di soggetti svantaggiati. Una parte del materiale raccolto viene lavorato dalle aziende italiane, la restante parte venduta in Paesi che presentano un sistema di aziende specializzate nella selezione e valorizzazione come la Tunisia. Tale valorizzazione avviene, in coerenza con la gerarchia europea della gestione rifiuti (riduzione e riuso, poi riciclo e infine recupero energetico e discarica) e garantisce circa il 50% di riuso e per la parte restante proporzioni variabili di riciclo per ottenere pezzame per la pulizia industriale e materiali isolanti e fonoassorbenti per l’automotive. Il comparto tunisino (detto della “friperie”) è costituito da oltre 50 aziende che trattano circa 150.000 tonnellate ogni anno (importate dall’Italia e da altri Paesi europei) e danno occupazione diretta ad oltre 4.000 addetti oltre ad alimentare i settori portuali, dei trasporti e commercio tramite mercati, negozi ed esportazioni.

Syndial e Ca’ Foscari hanno presentato ad Ecomondo alcuni esempi di progettazione di interventi di bonifica sempre più sostenibili e che integrino concretamente i principi dell’economia circolare. Il tema della sostenibilità delle bonifiche chiede uno sforzo di razionalizzazione e integrazione rispetto a quanto finora sviluppato in termini di strumenti: dall’analisi di rischio sanitario a quella di rischio ecologico, la valutazione di scenari economici degli interventi alla valutazione del loro impatto e delle ricadute sul territorio. Il tutto integrato ai fini di un’analisi di scenario che permetta l’individuazione di interventi in grado di creare un misurabile valore aggiunto per la società. Un ulteriore contributo nel passaggio da un’economia lineare ad un’economia circolare. Si è parlato anche del Progetto Ponticelle NOI che su 18 ettari a Ravenna prevede la riqualificazione industriale di un sito da bonificare. E’ prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico, uno di produzione di biocombustibile da Forsu, un impianto di trattamento dei rifiuti ed un centro di sperimentazione per tecnologie industriali. I lavori partiranno nel 2021 e l’area sarà operativa nel 2022.

Raccolta e smaltimento dei rifiuti possono trarre grossi benefici dalle nuove tecnologie: semplificazione dei processi, ottimizzazione dei costi, efficienza dei servizi. Il tema è stato al centro del convegno “Industry 4.0 per una gestione e un utilizzo più efficienti dei rifiuti”, coordinato dal professor Giuseppe Padula (Università di Bologna e San Marino), che si è svolto questa mattina ad Ecomondo. Un’occasione per conoscere da vicino le esperienze concrete già oggi avviate in Italia e in Europa. Arriva dalla Finlandia, da Enevo Group, la tecnologia che consente di monitorare attraverso sensori il livello di riempimento dei cassonetti e di conseguenza organizzare in maniera più razionale ed efficiente la raccolta. In Italia, sperimentazioni in direzione dello sviluppo dell’industria 4.0 applicata ai servizi di raccolta rifiuti sono già state avviate da Hera: il gruppo ha già completamente digitalizzato il sistema di raccolta. Particolarmente innovativo il progetto che il CNR sta sviluppando per conto di Fincantieri sfruttando il potenziale offerto da intelligenza artificiale, analisi dei big data, internet of things: un sistema per trasformare in energia i rifiuti prodotti a bordo delle grandi navi da crociera ma non solo (Waste to Energy).

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