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Economia

La fotografia dell'economia locale: previsioni di crescita, occupazione al 65%

I dati dei primi otto mesi del 2018 confermano, nel complesso, un andamento in terreno positivo dei settori produttivi importanti dell’economia provinciale

"Il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini sta registrando performance in terreno positivo nei principali comparti produttivi". E' quanto emerge dai dati dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Statistica e Studi, dai quali emerge "un aumento delle esportazioni, della produzione industriale; e deii flussi turistici". Lo studio evidenzia anche "una crescita del volume d’affari nel settore edile, che parte però da una situazione grave e prolungata. Difficoltà si registrano invece per alcuni settori del composito comparto agricolo e per il commercio al dettaglio".

"Fra gli elementi positivi rilevati vi sono l’aumento delle società di capitale, delle start up innovative e delle esportazioni oltre alla conferma di un buon posizionamento a livello nazionale in termini di valore aggiunto procapite e di qualità della vita - viene evidenziato -. Tra gli aspetti invece più critici vanno invece evidenziate la scarsa redditività e la dinamica dei prestiti bancari che, anche se in miglioramento, resta ancora difficile (soprattutto verso le imprese), così come quella delle sofferenze. Anche il mercato del lavoro pur posizionandosi su livelli decisamente migliori della media nazionale, risente di alcuni gap rispetto alla media regionale sia strutturali che congiunturali".

In sintesi, complessivamente per il territorio Romagna, le previsioni Prometeia per l’anno in corso, elaborate a luglio, attestano una crescita del valore aggiunto pari all'1,2%. "In uno scenario caratterizzato dall’indebolimento degli scambi internazionali e nel quale l’economia degli Stati Uniti si rafforza rispetto a quella dell’area euro, la crescita dell’economia italiana, seppure su ritmi inferiori a quelli degli altri paesi europei, sta proseguendo. Anche il nostro territorio - ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio, Fabrizio Moretti - sta seguendo questa tendenza facendo registrare risultati in terreno positivo in settori produttivi importanti. Le esperienze di questi anni hanno dimostrato come le realtà che hanno avuto il coraggio di investire in innovazione, competenza e specializzazione hanno avuto successo. Nonostante la complessità e le incertezze del contesto, questo è quello che devono riuscire a fare sempre di più imprese e istituzioni insieme e con un progetto di futuro che deve essere il più possibile partecipato e condiviso".

I dati aggiornati del territorio “Romagna – Forlì-Cesena e Rimini”

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna, nata dall’accorpamento delle Camere di Forlì-Cesena e di Rimini, al 31 dicembre ha una superficie di oltre 3.240 kmq, 55 Comuni e 731mila abitanti (di cui il 10,8% stranieri). Nel 2017 la stima del valore aggiunto (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,2 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto pro capite è di 27.648 euro. Al 30 giugno sono presenti 88.669 localizzazioni attive (sedi e unità locali) di cui 71.470 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 98 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Al 31 agosto 2018, i principali settori di attività economica del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono quelli dei servizi (25,7% del totale delle imprese attive), il commercio (24,0%), le costruzioni (14,6%), agricoltura e pesca (12,7%), il turismo (10,5%) e la manifattura (9,2%).

I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). Le previsioni di crescita del valore aggiunto (Prometeia) per il 2018 e il 2019 sono pari, rispettivamente, a +1,2% e +1,4%, lievemente inferiori ai dati regionali ma in linea con i dati nazionali, riguardo al 2018, e superiori ai medesimi, con riferimento al 2019.

I dati dei primi otto mesi del 2018 confermano, nel complesso, un andamento in terreno positivo dei settori produttivi importanti dell’economia provinciale. Stabili le imprese attive, buona la performance del comparto manifatturiero con incrementi tendenziali delle variabili congiunturali (produzione, fatturato e ordinativi), rilevante l’incremento dell’export e buon andamento del turismo in termini di flussi. Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio (soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione), il livello ancora alto del tasso di disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. Stabili, invece, i prestiti alle imprese.

Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati a luglio), indicano prospettive di crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,1% per il 2018 e all’1,4% per il 2019. 

I dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini

I dati dei primi otto mesi del 2018 confermano, nel complesso, un andamento in terreno positivo dei settori produttivi importanti dell’economia provinciale. Stabili le imprese attive, buona la performance del comparto manifatturiero con incrementi tendenziali delle variabili congiunturali (produzione, fatturato e ordinativi), rilevante l’incremento dell’export e buon andamento del turismo in termini di flussi. Tra le note negative vanno sottolineate le difficoltà del commercio al dettaglio (soprattutto negli esercizi della piccola e media distribuzione), il livello ancora alto del tasso di disoccupazione e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. Stabili, invece, i prestiti alle imprese. Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati a luglio), indicano prospettive di crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,1% per il 2018 e all’1,4% per il 2019. 

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale (al 31 agosto) è costituito da 34.445 imprese attive (sedi), stabili rispetto al medesimo periodo del 2017; l’imprenditorialità è molto diffusa: 102 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Tra i principali settori, si segnalano in aumento le Attività immobiliari, le Attività di servizi professionali e tecnici e, soprattutto, i Servizi alle imprese; in diminuzione, invece, sono: Commercio, Costruzioni, Manifatturiero e Agricoltura. Stabili i Servizi di alloggio e ristorazione. Più della metà (il 53,2% del totale delle imprese attive) sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 19,5% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 94,0% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti.

Le start up innovative al 10/09/2018 sono 110, in crescita rispetto a settembre 2017 (+15,8%). In flessione il numero delle imprese artigiane (9.670 unità al 30/06/2018; -0,6% rispetto allo stesso periodo del 2017), così come decresce il numero delle imprese cooperative (301 unità al 31 agosto; -3,2% annuo). Riguardo ai principali settori, al 31 agosto 2018 si contano 2.508 imprese agricole attive, in diminuzione dell’1,1% rispetto al medesimo periodo del 2017. Di queste, le imprese del comparto pesca sono 207 (-2,4% rispetto al medesimo periodo del 2017).

I dati relativi all’indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna, al secondo trimestre 2018, mostrano performance rilevanti per tutti gli indicatori dell’industria manifatturiera (produzione +2,7% rispetto al medesimo trimestre del 2017, fatturato +3,2%, ordinativi +1,4%), con aspettative per il terzo trimestre orientate principalmente alla stabilità. Dal punto di vista strutturale, al 31 agosto, si rileva una diminuzione tendenziale (-0,9%) della consistenza delle imprese manifatturiere attive, che si attestano sulle 2.581 unità. Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 31/08/2018 sono 4.857 (-0,9% rispetto al 31/08/2017). In aumento, invece, il volume d’affari del settore: +1,8% nel 2° trimestre del 2018, rispetto ad analogo periodo del 2017, con aspettative di stabilità per il terzo trimestre (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 2° trimestre 2018, rispetto al medesimo periodo del 2017, continuano ad essere in diminuzione (-3,1%, dato peggiore in regione). Le performance sono negative sia per i vari comparti (alimentare: -2,8%, non alimentare: -3,3%, supermercati/iper: -2,5%) sia per tutte le classi dimensionali (piccola distribuzione: -3,9%, media distribuzione: -4,7%, grande distribuzione: -1,0%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese attive del commercio al dettaglio (5.134 aziende al 31 agosto, -1,4%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli) che, al 31/08/2018, risultano essere 8.939 (-0,7% rispetto al 31/08/17).

Decisamente positiva la variazione dell’export provinciale nel primo semestre del 2018: +13,0% rispetto ad analogo periodo 2017, nettamente superiore alla media regionale (+5,9%) e nazionale (+3,7%). La dinamica dell’export (che conferma quella dello scorso trimestre) è stata determinata dal positivo andamento di tutte le principali classi merceologiche: tessile-abbigliamento-calzature (+5,4%, pari al 28,7% dell’export provinciale), macchinari (+10,7%), prodotti in metallo (+45,5%), navi e imbarcazioni (+23,7%) e prodotti alimentari (+8,7%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 55,5% del totale delle esportazioni provinciali totali) crescono del 17,1%, grazie soprattutto al contributo di Francia (+16,5%), Germania (+12,4%) e Regno Unito (+61,9%). Positive le altre principali macro aree di destinazione: America settentrionale (+27,1%, di cui Stati Uniti +26,9%) e Paesi Europei non UE (+4,0%), mentre si riducono i flussi verso l’Asia Orientale (-1,7%). Le importazioni provinciali, nel complesso, registrano un incremento del 13,6%.

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione (4.760 unità al 31 agosto) risultano sostanzialmente stabili rispetto ai dodici mesi precedenti (+0,1%). Nel periodo gennaio-luglio 2018, il movimento turistico presenta dati positivi: aumentano, infatti, sia gli arrivi (+1,5% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno) sia le presenze (+1,8%). La dinamica dei turisti stranieri (+2,0% di arrivi e +2,0% di presenze) risulta migliore rispetto a quella dei turisti nazionali (+1,3% di arrivi e +1,7% di presenze). In aumento anche il volume d’affari registrato dal settore nel secondo trimestre dell’anno (+0,3% rispetto al medesimo trimestre del 2017) (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Comparto dei trasporti: le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo del 2,5% (633 unità al 31/08/18), analogamente alla dinamica del settore nel suo complesso (1.002 unità, -2,6%). Positivi, invece, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto F. Fellini: +1,0% di arrivi e +2,5% di partenze nel periodo gennaio-agosto 2018, rispetto al medesimo intervallo del 2017.

Le elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT sulle Forze di lavoro relative al 1° trimestre 2018 rilevano un tasso di attività (71,5%) inferiore al dato regionale (73,4%) ma migliore della media nazionale (65,5%); un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (65,0%) inferiore al dato regionale (68,6%) e migliore del dato nazionale (58,1%); un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (8,8%) superiore al dato regionale (6,4%) e migliore di quello nazionale (11,1%); e un tasso di disoccupazione giovanile provinciale 15-24 anni (29,0%) superiore al dato regionale (20,4%) e inferiore al dato nazionale (33,9%). I dati Siler elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna (dati destagionalizzati) riportano, per il 2° trimestre 2018, un aumento congiunturale delle attivazioni di lavoro dipendente (+0,4% rispetto al trimestre precedente), un incremento delle cessazioni (+3,5%) e un saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati) positivo (+513 posizioni lavorative).

Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-agosto 2018, risultano autorizzate 755.935 ore totali, con una decisa flessione, rispetto ad analogo periodo 2017 (-66,7%); in forte calo la CIG Straordinaria (-79,3%) e quella dei principali settori (manifatturiero: -72,1%, costruzioni: -29,9%, commercio: -42,1%). Riguardo all’andamento del credito, a giugno i prestiti bancari alle imprese risultano sostanzialmente stabili (+0,1% rispetto al medesimo periodo del 2017): aumentano i prestiti verso le imprese medio-grandi (+1,8%) ma calano quelli verso le piccole aziende (-3,6%). Riguardo ai macrosettori, aumentano i prestiti verso le imprese manifatturiere (+6,2%) mentre si riducono quelli verso le costruzioni (-1,4%) e i servizi (-0,9%). In crescita, invece, i prestiti alle famiglie (+2,3%). Le sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2018, sono state pari all’11,44% (Emilia-Romagna: 9,57%, Italia: 7,44%). Ancora elevato il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel secondo trimestre 2018 (+3,2%), superiore a quello regionale (+1,8%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna). Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati a luglio, infine, stimano, per la provincia di Rimini, un aumento del valore aggiunto dell’1,1% per il 2018 (Emilia-Romagna +1,4%; Italia +1,2%) e dell’1,4% per il 2019 (Emilia-Romagna +1,5%; Italia +1,2%).

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