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Lineapelle da Bologna a Milano, 'guerra' tra fiere. Vitali: "Rimini non sta a guardare"

"Rimini può, anzi deve, avere voce in capitolo in questa vicenda visto che ha il quarto quartiere fieristico più importante per fatturato in Italia", ricorda il presidente della Provincia

Rimini guarda con "estrema attenzione" la possibilità di una fuga da Bologna verso Milano della fiera Lineapelle. "C’è una evidente polarizzazione della concorrenza tra le fiere di Bologna e di Milano, con accuse reciproche di ‘scippi’ di manifestazione arrivate fino al tavolo del Ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi, sollecitata in tal senso dal sindaco Merola", evidenzia il presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali.

"Rimini può, anzi deve, avere voce in capitolo in questa vicenda visto che ha il quarto quartiere fieristico più importante per fatturato in Italia - ricorda il presidente della Provincia -; ha in piedi ormai da tempo un discorso con Bologna per un’ipotesi di collaborazione mirata ad incrementare il peso specifico nazionale e internazionale del polo fieristico emiliano-romagnolo; e visti gli investimenti strutturali prodotti dal territorio negli ultimi 15 anni senza alcun aiuto ‘di Stato’".

"Francamente - prosegue Vitali interessa anche a Rimini cosa voglia o intenda fare il Ministro Guidi per evitare politiche aggressive se non di vero e proprio ‘dumping’ che rischiano di danneggiare proprio tessuti socio economici come il nostro. Detto in soldoni, non è conveniente per il nostro sistema stare a guardare, con l’azzardo di fare il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro (o presunti tali).  Dunque, al di là della polemica contingente sull’asse Bologna-Milano, resta ancora da approfondire un punto per così dire strutturale".

"E' possibile stabilire una forma di sinergia regionale tra fiere in modo da presentarsi più agguerriti sul mercato? - si chiede il presidente della Provincia -. Se sì, a chi tocca fare il primo passo visto che di dichiarazioni di principio in questa direzione se ne sono sprecate in 10 anni abbondanti? Se sì, può la Regione assumere il ruolo di ‘camera di compensazione’ per giungere a una soluzione positiva? Oppure, di converso, si dica esplicitamente- come pare nei fatti voglia fare un pezzo di classe dirigente bolognese- che ognuno va per conto suo, facendo affidamento esclusivamente sulla propria potenza individuale o su una politica di alleanze che a quel punto abbia tutto il diritto di guardare anche fuori dai confini emiliano-romagnoli. Una situazione di traccheggiamento, con continui strappetti polemici, lo stallo ‘in attesa di’ o ‘in attesa che’ non giovano a nessuno. E, per quanto mi interessa primariamente, soprattutto non giova a Rimini”.

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