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Economia

Mercato del lavoro fra i vantaggi dell'apprendistato e le criticità del Decreto dignità

Un centinaio di aziende e consulenti del lavoro al convegno promosso da Confesercenti e Cescot

Leggi inapplicate, decreti attuativi e circolari mai emanati, incentivi all'occupazione scoordinati fra loro, innumerevoli adempimenti burocratici, ostacoli all'assunzione di stagionali. Questo il difficile contesto in cui si trovano gli operatori economici, come emerso dal convegno “Il mercato del lavoro” promosso ieri pomeriggio da Confesercenti e Cescot Rimini per approfondire i più recenti interventi normativi che interessano l'occupazione. Un centinaio fra aziende annuali e stagionali del commercio, del turismo, della grande distribuzione, della moda, accanto a numerosi consulenti del lavoro, hanno partecipato all'incontro, un appuntamento periodico molto atteso. Relatore di punta Eufranio Massi, fra i massimi esperti in materia, che in apertura ha ricordato la figura di Carlo Dall'Ara, presidente onorario del consiglio provinciale dell'Ordine dei consulenti del Lavoro, scomparso il 9 aprile.

“Vogliamo aiutare le imprese a fronteggiare la crisi economica, norme complicate e tanta burocrazia, dando loro il maggior numero di strumenti possibili per capire quali assunzioni agevolate possono effettuare – spiega Marco Pasi, direttore Confesercenti Emilia-Romagna -. La semplificazione e l'abbassamento del costo del lavoro sono fondamentali, eppure non si parla più di cuneo fiscale”. “Le imprese riminesi, soprattutto per l'esigenza di assumere stagionali e personale a tempo determinato per gestire i picchi, hanno bisogno di maggiore flessibilità – aggiunge Maria Pia Bartoli, responsabile del Servizio lavoro di Confesercenti Rimini -. Rimini non è più solo stagione estiva, ma anche fiere importanti e grandi eventi tutto l'anno”. Apprendistato e tirocinii sono oggi gli strumenti con il costo del lavoro più basso e che consentono di formare e inserire personale, ricorda Licia Piraccini, direttrice del Cescot Rimini. “Ogni anno organizziamo circa 300 tirocinii: di questi circa la metà si trasformano in rapporti di lavoro”.

Il contratto di apprendistato, che prevede ora una formazione obbligatoria anche per i laureati, resta per le imprese molto più vantaggioso di ogni altro incentivo all'assunzione di personale, chiarisce Eufranio Massi. “La mia idea è semplice: cancellare tutte le agevolazioni ad assumere, che sono scoordinate fra loro e richiedono una mole enorme di adempimenti, destinare le risorse all'abbattimento del cuneo fiscale e lasciare solo l'apprendistato”. Le imprese riminesi hanno inoltre esigenze di attivare contratti a termine che il Decreto dignità ha però fortemente ristretto, aggiunge l'esperto. “Le criticità sono emerse di particolare rilevanza nei settori della ristorazione collettiva e dei pubblici esercizi. Il rinnovo di un rapporto di lavoro a tempo determinato non stagionale, secondo la nuova normativa, deve rispondere a causali che non corrispondono però alle esigenze dei datori di lavoro, con il risultato di non poter riassumere la stessa persona e di generare un turnover di disoccupati”.

Per superare questo ostacolo, in febbraio le parti sociali hanno sottoscritto una Dichiarazione congiunta a livello nazionale in cui la stagionalità si riferisce non solo alle aziende della ristorazione e dei pubblici esercizi che osservano uno o più periodi di chiusura al pubblico nell'anno, ma anche a quelle aperte tutto l'anno in cui l'andamento occupazionale è correlato al flusso della clientela. Resta il problema per il settore del commercio, dove le attività stagionali sono individuate a livello territoriale. La stagione 2019 va dal 1 aprile al 30 settembre nei Comuni della costa e Santarcangelo: al di fuori di questo periodo un commerciante può riassumere un dipendente a tempo determinato solo per esigenze temporanee e non programmabili, norma che si scontra con il fatto che il Natale o il periodo dei saldi, in cui il lavoro si intensifica ed è necessario personale, sono periodi fissi e programmati tutti gli anni. E' inspiegabile, rimarca Confesercenti Rimini, la differenza fra il settore del commercio e quello del turismo riguardo alla possibilità di stipulare contratti a termine per stagionalità, a maggior ragione in territori come quello riminese.

 

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