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Economia

Mercato del lavoro, il 16% delle aziende di Rimini in cerca di nuovi assunti

Gli impieghi proposti sono alle dipendenze per il 76% dei casi ma il 26% delle ditte ha difficoltà nell'individuare le figure richieste

Le imprese alla ricerca di personale nella circoscrizione territoriale di competenza della Camera di commercio della Romagna sono il 20% del totale a Forlì-Cesena (quinta provincia in regione dopo Ferrara, Piacenza, Ravenna e Bologna), il 16% a Rimini (nona e ultima posizione in ambito regionale); in entrambe le realtà si registra una crescita nelle percentuali rispetto alle previsioni del mese precedente analogamente a quanto accade in Italia dove la previsione di entrate si assesta al 20% dei casi. Questo è quanto emerge dall’ultima rilevazione condotta nell’ambito dell’indagine mensile dei fabbisogni occupazionali delle imprese attraverso il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal e rielaborato dall’ufficio Orientamento, alternanza e placement dell’ente camerale.

Complessivamente le imprese dell’area Romagna hanno programmato molte più entrate rispetto a dicembre (7.250 unità), pari al 14% del flusso regionale (incidenza in calo rispetto alla rilevazione precedente): 4.030 sono previste in provincia di Forlì-Cesena e nella provincia di Rimini 3.220. In Italia gli ingressi programmati sono 491.000, di cui 52.100 in Emilia-Romagna (11% del flusso nazionale, 3 punti percentuali in più del mese precedente). Una quota del 30% della domanda di lavoro espressa dalle imprese interessa giovani under 30. Gli impieghi proposti sono alle dipendenze per il 76% dei casi a Rimini e per il 65% a Forlì-Cesena, in prevalenza a termine (78%). I settori di attività presso i quali si riscontrano le previsioni di entrata più significative riguardano le “Professioni commerciali e dei servizi” (Rimini 61% e Forlì-Cesena 40%), in imprese con meno di 50 dipendenti per il 67% dei casi a Rimini e nel 71% a Forlì-Cesena: in particolare si evidenziano 710 ingressi a Rimini nei “Servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici” e 780 a Forlì-Cesena nel settore “Commercio”.

Permangono inoltre difficoltà di reperimento delle figure richieste da parte di 1 impresa ogni 4 (26%). Le professioni più difficili da reperire sono “Operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche” per Forlì-Cesena e “Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici” per la provincia di Rimini, in entrambe le province per il 58% delle entrate previste. L’area aziendale di inserimento più frequente per le assunzioni programmate è la “Produzione di beni ed erogazione del servizio” in entrambe le province (40%) con difficoltà di reperimento minori sui giovani. Quella più difficile da soddisfare è l’area di ‘tecnici e progettazione’ dove la ricerca risulta problematica nel 40% dei casi nei due territori. La richiesta di laureati è pari al 12%. I profili high skills, dirigenti, specialisti e tecnici, sono domandati nel 18% dei casi. Le analisi hanno indagato anche le difficoltà di reperimento incontrate dagli imprenditori italiani di diplomati e laureati, per un diplomato su cinque e un laureato su tre. Essenzialmente il gap è riconducibile a un ridotto numero di candidati (42% per i primi e 55% per i laureati), all’inadeguatezza delle competenze dei candidati (48% per i primi e 38% per i secondi) e ad altri motivi (10% e 7%); per buona parte dei lavori c’è un distacco tra competenze offerte e domandate.

I cinque indirizzi di diploma più difficili da trovare in proporzione alle richieste delle imprese italiane sono relativi a: Informatica e telecomunicazioni; Elettronica ed elettrotecnica; Meccanica, meccatronica ed energia; Liceo linguistico; Sistema moda. I cinque indirizzi di laurea più difficili da trovare sono, in proporzione alle entrate previste dalle imprese: Linguistico, traduttori e interpreti; Ingegneria elettronica e dell’informazione; Ingegneria industriale; Scientifico, matematico e fisico; Ingegneria gestionale e altri indirizzi.

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