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Nasce Confindustria Romagna, il sindaco: "Segnale positivo"

"Guardo dunque alla nascita di Confindustria Romagna come un segnale assolutamente positivo"

E' stata presentata nei giorni scorsi la neonata Confindustri Romagna, nata dall'unione tra Confindustria Ravenna e Unindustria Rimini (CLICCA QUI per maggiori informazioni). “La nascita di Confindustria Romagna, frutto della fusione tra Confindustria Ravenna e Unindustria Rimini, conferma l’ormai accertata irreversibilità dei processi in atto in ordine al governo dell’Area vasta Romagna - afferma il sindaco Andrea Gnassi -. Negli ultimi quattro anni, la componente pubblica dei territori di Rimini, Forlì Cesena e Ravenna ha scelto e attuato una serie di semplificazioni e ottimizzazioni su risorsa idrica, trasporti, sanità che, con l’obiettivo di mantenere e potenziare i servizi primari al cittadino, spingono la Romagna su posizioni funzionali di livello europeo. Non è tanto o non solo tema da ‘l’unione fa la forza’ ma la consapevolezza che la soluzione alla complessità di una società in costante evoluzione non la si trova chiudendo i recinti ma puntando sulla condivisione di politiche e eccellenze professionali, in modo da metterle a disposizione dell’intera comunità".

"I processi di ‘Area Vasta’ si sono rafforzati quando, ad esempio, è stato sottoscritto lo storico accordo tra MacFrut e RiminiFiera. Giovedì, con il patto tra industriali, una nuova conferma. C’è nell’intera classe dirigente dei tre territori la medesima visione del futuro; e cioè quella di un’area che  con 1,1 milioni di abitanti, 108 mila imprese attive, 20 milioni di presenze turistiche, 30 miliardi di euro di valore aggiunto, possa dotarsi di ‘fisico’ e di ‘gambe’ per competere con giuste ambizioni sia in Italia che all’estero - prosegue il primo cittadino -. Guardo dunque alla nascita di Confindustria Romagna come un segnale assolutamente positivo, un guanto di sfida alla crisi da parte di un comparto imprenditoriale strategico come quello della ‘blu economy’, un segno di forza in un momento in cui il Paese è industrialmente debole, l’accettazione di una grande responsabilità per il futuro equamente divisa tra pubblico e privati che anziché irrigidirsi dimostrano la voglia di collaborare".

"Integrazione, vocazione dei territori, una più potente massa critica saranno le coordinate che di qui in poi governeranno sempre più le dinamiche delle comunità della Romagna, prima area a ‘darsi una svegliata’ (e a ‘dare una svegliata’) a territori ancor ancorati al più limitativo concetto di ‘distretto’ - conclude -. Quello che sta accadendo tra Rimini, Forli’ Cesena e Ravenna è un ‘caso di scuola’ nazionale, l’avamposto di una nuova maniera di intendere le relazioni e la competitività.Il passo successivo che dobbiamo affrontare è, a mio avviso, prima di tutto quello dell’accessibilità. Dall’alta velocità al collegamento costiero Rimini-Ravenna, passando dal potenziamento della rete ferroviaria che unisce Roma alla Romagna, delle rotte dell’aeroporto di Rimini e del porto di Ravenna; sono numerose le questioni aperte che da adesso in poi tratteremo con una sinergia inedita e con una forza superiore. E non dipenderemo da nessuno se non da noi stessi”.
 

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