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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Riccione

Pensionati, è Bruno Pizzica il nuovo segretario generale dello Spi regionale

Classe 1951, Pizzica è nato a Pratola Peligna, nell’aquilano, ma dal 1975 vive a Bologna, dove si è trasferito subito dopo la laurea in Scienze politiche a Firenze

È Bruno Pizzica il nuovo segretario generale dello Spi dell’Emilia-Romagna, il sindacato dei pensionati della Cgil che in regione conta oltre 460mila iscritti, il 35% circa di tutta la popolazione over 60. Ad eleggerlo giovedì a Riccione, a chiusura della tre giorni congressuale, è stato il nuovo comitato direttivo dello Spi regionale, che ha accolto la proposta della leader nazionale dello Spi Carla Cantone e del segretario generale della Cgil emiliano-romagnola Vincenzo Colla. Pizzica ha ottenuto 77 voti a favore su 86 (2 astenuti, 2 schede bianche, 5 contrari).
 
Classe 1951, Pizzica è nato a Pratola Peligna, nell’aquilano, ma dal 1975 vive a Bologna, dove si è trasferito subito dopo la laurea in Scienze politiche a Firenze. Bolognese da quasi quarant’anni, quindi, ma “orgogliosamente abruzzese”, con il primo lavoro si iscrive alla Cgil e nel 1985 ne diventa funzionario. Fa carriera sindacale all’interno della Funzione pubblica bolognese, di cui è segretario generale dal 1993 al 1996. Dal 1996 al 2004 fa parte della segreteria della Camera del lavoro (di cui, per due anni, dal 1990 al 1992, è stato addetto stampa). Nel 2004 il passaggio alla Spi di Bologna, che ha guidato fino al 2012, anno in cui è entrato nella segreteria regionale.
 
“Basta alla concezione del pensionato come privilegiato, basta alla storia dei vecchi che rubano il futuro dei giovani, quando invece fanno di tutto per aiutarli a costruirsene uno” sono le sue prime parole da segretario generale dello Spi dell’Emilia-Romagna. “La realtà è un’altra – continua –, è quella arida dei numeri, secondo cui nella nostra regione l’importo medio di una pensione, che non è un’elargizione ma solo un reddito da lavoro differito, è di 850 euro lordi al mese”. “Lo Spi che vogliamo è un’organizzazione ancora più radicata sul territorio, che è la nostra grande fabbrica – spiega –. È uno Spi capace di leggere i bisogni e di farsene carico, uno Spi che guarda al futuro, attento a come stanno gli anziani oggi e a come staranno tra vent’anni”.
 
Alle 291 leghe, i presidi dello Spi presenti su tutto il territorio regionale, Pizzica chiede di essere aperte anche nei confronti dei “giovani anziani e dei giovani”. “Le leghe devono diventare il punto di riferimento non solo per le questioni burocratiche, le immagino come luoghi di incontro e di socializzazione, perché il benessere è fatto pure di relazioni”. Alla Cgil manda un messaggio, pacato ma fermo. “La confederalità è un nostro valore assoluto, ma vogliamo contare di più nella contrattazione territoriale”. E a proposito delle polemiche tutte interne al sindacato: “Nessuno ci consideri un esercito di riservisti, siamo la spina dorsale della Cgil. Si lascino votare gli iscritti e si accetti il risultato”. Da Pizzica, infine, un grazie al predecessore, Maurizio Fabbri, per 8 anni leader regionale dei pensionati della Cgil: “Se lo Spi oggi è così forte e autorevole lo dobbiamo a lui” conclude.

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