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Piccola pesca artigianale e ''Piano di gestione locale": si lavora per una bozza

''La piccola pesca artigianale, quella che svolgono i pescatori con barche di lunghezza inferiore ai 12 metri e solo con attrezzi fissi (cestini, nasse, bertovelli, reti da posta), è una realtà economica molto importante in Emilia-Romagna'', spiega Caruso

Fabrizio Caruso di Mare Soc. Coop. di Cattolica prende la parola sulla questione della pesca artigianale e le attività pianificate a riguardo dal Flag (Fisheries Local Action Group) della Costa dell'Emilia Romagna. "La piccola pesca artigianale, quella che svolgono i pescatori con barche di lunghezza inferiore ai 12 metri e solo con attrezzi fissi (cestini, nasse, bertovelli, reti da posta), è una realtà economica molto importante in Emilia-Romagna, come in tutto il Mediterraneo - esordisce Caruso -. Un settore che è da anni al centro delle politiche comunitarie sulla pesca, anche perché “considerato generalmente meno impattante sulle risorse e a maggiore valenza sociale''.

''Quindi la piccola pesca artigianale ''trova particolare considerazione nel nuovo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (Feamp)'', perché fondamentale nella Politica Comune della Pesca. Perciò il Flag della Costa dell’Emilia-Romagna, cioè il gruppo di azione locale che ha per capofila Delta 2000 sta promuovendo una strategia unitaria e condivisa per lo sviluppo del settore della pesca e dell’acquacoltura da Goro fino a Cattolica, ha finanziato con la Azione 4C ''Reti e governance'' del proprio Piano di Attuazione una ricerca dedicata alla “Gestione piccola pesca artigianale – Piano di gestione locale della piccola pesca e della fascia costiera” - continua -. Il progetto, avviatosi nell’autunno 2018, ha già permesso di costruire un quadro preliminare degli aspetti strutturali, a cominciare dalle caratteristiche della flotta, e normativi, in relazione alle diversità compartimentali''.

''Negli archivi del ''Community Fishing Fleet Register'', risulta che nei due compartimenti regionali di Ravenna e Rimini sono iscritte complessivamente (strascico, volante, draga idraulica e attrezzi da posta) 596 barche, a cui si vanno ad aggiungersi 102 barche remo-veliche e 44 barche immatricolate all’Ufficio Locale Marittimo di Gabicce, che comunque fanno porto a Cattolica e, almeno in parte, pescano nelle acque emiliano-romagnole - prosegue Caruso -. Malgrado quindi le difficoltà del settore, la flotta regionale è una realtà economica importante, con circa 1.500 occupati a cui se ne vanno ad aggiungere almeno altrettanti nell’indotto. Il porto più affollato è quello di Goro, con 246 barche iscritte seguito da quello di Rimini con 87 e di Porto Garibaldi con 61, dati che non comprendono le barche remo-veliche. La lunghezza media è di circa 10 metri, con motori di circa 120 kilowatt''.

''Una flotta peschereccia quindi composta per la maggior parte da barche medio-piccole, con imbarcati da uno a cinque persone - prosegue -. Nelle prossime settimane con la collaborazione di tutte le cooperative si andranno a individuare le caratteristiche della flotta della piccola pesca artigianale, oltre ad altri aspetti socio-economici. Per quanto riguarda gli aspetti normativi, sono state raccolte le ordinanze che regolano a livello locale il settore, con la fattiva collaborazione delle capitanerie di porto dell’Emilia-Romagna e dei limitrofi compartimenti di Pesaro a sud e di Chioggia a nord, dove comunque possono operare tutte le barche della piccola pesca artigianale. E’ emersa una notevole disomogeneità che sarà oggetto di analisi approfondita, con il diretto coinvolgimento di tutti gli operatori del settore, anche per valutare eventuali proposte di modifica, all’interno di un piano di gestione. Nelle prossime settimane verranno organizzati anche workshop partecipativi in tutte le marinerie della regione, finalizzate a condividere e redigere una bozza di ''Piano di gestione locale della piccola pesca e della fascia costiera''''.

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