rotate-mobile
Economia

"Siamo stanchi di farci spennare come polli": la protesta degli agricoltori riminesi a Bologna

Alle istituzioni è stato consegnato un “documento-piattaforma” di proposte chiare e concrete a sostegno del settore

La delegazione degli agricoltori riminesi di Cia Rimini, guidata dal presidente provinciale Lorenzo Falcioni, ha partecipato giovedì mattina alla manifestazione organizzata a Bologna da Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri per chiedere al Governo e all’Unione europea di dare risposte a vecchie e irrisolte problematiche. Erano un migliaio gli operatori da tutto il nord Italia che hanno sfilato al grido di "Siamo stanchi di farci spennare come polli" con bandiere, striscioni e trattori, per protestare contro un’asfissiante burocrazia, un’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) inefficiente che genera lunghi ritardi nei pagamenti e costi di produzione insostenibili, prezzi dei prodotti agricoli in caduta libera. Per non dimenticare le incognite dell’embargo russo e le vendite sottocosto, gli investimenti bloccati e le innovazioni tecnologiche al palo, la necessità di una reale tutela del made in Italy, la cementificazione del suolo, l’abbandono delle aree rurali e il crescente problema dei danni alle colture provocati dalla fauna selvatica.

Alle istituzioni è stato consegnato un “documento-piattaforma” di proposte chiare e concrete a sostegno del settore. "Senza politiche urgenti e misure efficaci e puntuali rischiamo situazioni fallimentari per le aziende agricole - osservano le associazioni agricole -. Occorre innanzitutto modificare la Pac nella riforma di medio periodo e ripensarne radicalmente il futuro: accrescere i pagamenti accoppiati ai settori in crisi, ripensare il greening, semplificare radicalmente gli strumenti di gestione del rischio, anche a tutela del crollo dei prezzi. Poi, bisogna favorire un’economia contrattuale più equa e trasparente e lanciare immediatamente non solo le azioni del Psr, ma anche gli interventi nazionali come il piano latte e quello olivicolo. Bisogna affrettare l’approvazione del “Collegato agricolo” con i necessari provvedimenti sulla semplificazione burocratica e riformare radicalmente il sistema Agea e degli altri enti pagatori, superando i ritardi inaccettabili e la totale incertezza sui valori e sui tempi dei pagamenti futuri. Occorre anche emanare al più presto una legislazione e una programmazione a difesa del suolo per ridurre il suo consumo e assicurare stabilità idrogeologica, salvaguardando e valorizzando il ruolo delle imprese agricole. Infine è importante applicare idonee misure di salvaguardia nonché il principio di reciprocità negli scambi commerciali con i paesi terzi, per evitare di importare materiali infetti e soprattutto per bloccare l’import di alimenti prodotti con fitofarmaci vietati in Italia e in Europa".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Siamo stanchi di farci spennare come polli": la protesta degli agricoltori riminesi a Bologna

RiminiToday è in caricamento