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Economia

Calano le imprese giovanili: "Sono in sofferenza, serve supporto nei primi anni"

L'analisi della Camera di Commercio mette in evidenzia come il calo sul territorio superi i dati regionali e nazionali

Qual è la foografia delle imprese giovanili nella provincia di Rimini? A scattarla è la Camera di Commercio con un'analisi dettagliata e un focus sul Riminese. Al 31 dicembre 2019 in provincia si contano 2.536 imprese giovanili attive che costituiscono il 7,4% del totale delle imprese attive (7,4% anche in Emilia-Romagna e 9,5% in Italia). Nel confronto con il 31 dicembre 2018 si riscontra un calo delle imprese giovanili del 2,3%, simile alla variazione altrettanto negativa regionale (-2,3%) e inferiore a quella nazionale (-2,7%). Alta, purtroppo, la flessione nel medio periodo: -12,7% rispetto al 31 dicembre 2014.

I principali settori economici sono Commercio (28,4% delle imprese giovanili), Costruzioni (17,2%), Alloggio e ristorazione (17,1%), Altre attività di servizi (preva-lentemente servizi alle persone) (6,3%), Industria Manifatturiera (5,1%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (4,5%) e Agricoltura (4,2%). Rispetto al 31 dicembre 2018 calano le imprese giovanili nel Commercio (-5,0%), nelle Costruzioni (-2,9%), nelle Altre attività di servizi (-1,9%), nel Manifatturiero (-6,5%) e nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (-3,4%), mentre aumentano quelle operanti nell’Alloggio e ristorazione (+3,6%) e, soprattutto, nell’Agricoltura (+11,5%). I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive sono, nell’ordine: Attività finanziarie e assicurative (12,6%), Altre attività di servizi (10,7%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (10,1%), Alloggio e ristorazione (9,2%) e Informazione e comunicazione (9,2%).

Riguardo alla natura giuridica prevalgono le imprese giovanili individuali (72,8% del totale), seguite dalle società di capitale (17,0%) e società di persone (9,4%); nel confronto con l’anno precedente si registra un buon incremento delle società di capitale (+5,1%), al quale si contrappone la diminuzione sia delle imprese individuali (-3,7%) sia delle società di persone (-0,8%).

In un contesto di analisi territoriale, infine, viene evidenziato come la maggioranza delle imprese giovanili provinciali si trova nel comune di Rimini (46,3%), classificato come “Grande centro urbano”; buona anche la presenza nei comuni di Riccione (10,4%), Bellaria Igea Marina (6,9%), Santarcangelo di Romagna (5,5%) e Coriano (2,5%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 25,3%), e di Cattolica (6,2%), Misano Adriatico (4,4%) e San Giovanni in Marignano (2,2%) (”area del Basso Conca”, totale 12,8%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Morciano (2,4%) e Montescudo-Monte Colombo (1,5%) (Valconca), Verucchio (2,6%) e Novafeltria (1,7%) (Valmarecchia). 

“Purtroppo i dati segnalano un ulteriore calo dell’imprenditoria giovanile nei nostri territori, che ha superato i dati regionali e nazionali – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini –. Gli attuali scenari, internazionale e nazionale, inoltre, non favoriscono la crescita e, se a questo si aggiungono le difficoltà che gli imprenditori under 35 devono affrontare, in particolare nei primi anni di attività, è comprensibile che sia ritenuto sempre meno attrattivo intraprendere. Occorre puntare, quindi, sulle attività di supporto, come quelle che svolgono sui territori gli incubatori/acceleratori d’impresa, e su percorsi di educazione e cultura imprenditoriale. In questo la scuola ha un ruolo fondamentale e anche la Camera di commercio della Romagna e tutto il Sistema camerale contribuiscono concretamente con le tante iniziative di orientamento e formazione, per stimolare vocazioni imprenditoriali e nuove competenze, in particolare quelle digitali e la cultura del rischio, imprescindibili per affrontare i mercati. Ritengo anche che sia doveroso tenere in debito conto la spiccata propensione all’innovazione di prodotto e di processo dei giovani, che rappresenta la spinta fondamentale per la crescita economica e sociale. Ciò significa che il mondo del lavoro e il sistema imprenditoriale, hanno bisogno dei giovani – e non il contrario – per innescare processi virtuosi di sviluppo e incremento della competitività delle imprese e dell’attrattività del territorio.”

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