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Economia

Stipendi più alti per oltre mille lavoratori, ma ora le Coop riminesi chiedono la revisione dei contratti

L'intervento sarebbe necessario per mantenere la sostenibilità economica delle Cooperative

È stata raggiunta nei giorni scorsi l'intesa sul contratto della cooperazione sociale, che interessa oltre mille lavoratori e lavoratrici delle 15 cooperative sociali con sede a Rimini e provincia associate a Legacoop Romagna. Il settore sul territorio riunisce più di 200 soci e sviluppa un valore della produzione di quasi 81 milioni di euro.

Si tratta di un traguardo molto atteso, tappa ulteriore del necessario riconoscimento del valore del lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali che svolgono un ruolo essenziale per il welfare socio-assistenziale e sanitario sul territorio e per l’inserimento lavorativo dei soggetti più fragili. Ora le cooperative sociali si attendono un analogo riconoscimento del loro ruolo anche da parte delle istituzioni e dei soggetti pubblici che appaltano e affidano i servizi.

Per un comparto che soffre da sempre per problemi di sostenibilità economica, un mancato adeguamento da parte degli enti pubblici pregiudicherebbe la sostenibilità del nuovo contratto di lavoro, dell’attività delle cooperative e, quindi del reddito di soci e lavoratori. Per questo, Legacoop Romagna è impegnata a riprendere il dialogo con tutte le stazioni appaltanti del territorio per garantire alle cooperative sociali il pieno riconoscimento del rinnovo in corso in tutti i contratti di servizi, siano essi accreditati, convenzionati o commissionati.

I commenti del mondo cooperativo

«Occorre che anche gli enti pubblici diano seguito a questo aggiornamento —  osserva Cristian Tamagnini, presidente della Cooperativa sociale Cento Fiori di Rimini, che dal 1981 si occupa di recupero dalle dipendenze e reinserimento lavorativo —. Il nuovo contratto è indispensabile per i lavoratori, che meritano stipendi più alti, e prevede un impegno economico importante che non può essere lasciato solo sulle spalle delle cooperative. Per una realtà come la nostra rappresenta un costo aggiuntivo di circa 130mila euro all'anno. È necessario perciò che il ragionamento coinvolga anche i nostri committenti, gli enti del territorio, i Comuni, l'Ausl, la Regione: se la revisione dei contratti è prevista dal nuovo codice degli appalti, non è altrettanto automatica per i servizi a tariffa».

È indispensabile che vengano adeguate le tariffe e siano rivisti i prezzi dei contratti di appalto, fa eco Pierpaolo Frontini, direttore della Cooperativa sociale Ca' Santino a Montefiore Conca, centro socio riabilitativo specializzato da oltre 25 anni nei servizi di accoglienza a giovani e adulti con disabilità intellettive: «Il riconoscimento dell'importanza delle cooperative sociali e la valorizzazione delle persone che vi lavorano è fondamentale per la nostra realtà e per tutto il mondo della cooperazione. Il nuovo contratto è imprescindibile. L'auspicio, ora, è che in tempi brevi la committenza prenda atto dell'aumento del costo del lavoro e vada ad adeguare il contratto di servizio».

«Le marginalità in questi anni si sono assottigliate, i costi sono aumentati – osserva Federica Protti, vicepresidente di Coop 134, realtà sociale di rilievo nazionale nei servizi di igiene ambientale, verde, pulizie —. Come tutte le cooperative, Coop 134 è impegnata quotidianamente nel creare valore per garantire la continuità lavorativa dei nostri addetti e addette. Il rinnovo del contratto, atto dovuto per rispondere ai bisogni dei nostri soci e dei nostri lavoratori, deve vederci uniti, insieme alle istituzioni e a Legacoop, nel recupero di questi aumenti, così da poter continuare ad essere soggetto attivo per l'inserimento lavorativo».

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