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Economia

Vola il turismo congressuale, nella provincia di Rimini il 29% di tutta la regione

Per quanto riguarda la dimensione media si posiziona al primo posto dell'Emilia Romagna con 113 partecipanti per incontro

Hotel, centri congressi, sedi istituzionali, arene e altre sale: sono oltre 1.120 le strutture congressuali, con una capienza di quasi 390 mila posti a sedere, che hanno accolto 4,8 milioni di partecipanti a incontri, meeting, congressi, convention, seminari, totalizzando circa 6,5 milioni di giornate di presenza. Un giro d’affari stimato in circa un miliardo di euro l’anno, il 20% del fatturato complessivo per il turismo dell’Emilia-Romagna. Il sistema congressuale emiliano romagnolo si presenta in buona salute e con una rete di strutture ben distribuita in Emilia-Romagna nei tre distretti di Bologna, Parma e Rimini, con il primo - che oltre al capoluogo di regione comprende anche le province di Ferrara e Modena – che totalizza il numero più elevato di sedi, 447, il 40% del totale. Venendo ai circa 53 mila eventi organizzati sul territorio, sono gli alberghi - che rappresentano il 33% delle strutture - ad ospitarne il numero maggiore (56,8%), con una netta prevalenza di quelli a dimensione locale, promossi soprattutto da aziende.  

È questa in sintesi la fotografia del primo studio 2018 sul sistema emiliano-romagnolo, messa a punto dall’Osservatorio sul turismo congressuale in Emilia-Romagna promosso da Apt Servizi Emilia-Romagna e realizzata in collaborazione con il Centro di studi avanzati sul turismo dell’Università di Bologna. Lo studio è stato presentato oggi in Regione da presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, dal direttore di Apt Servizi Emilia-Romagna, Emanuele Burioni, e dalla responsabile del progetto, Cristina Bernini, dell’Università di Bologna.

“Quello congressuale è un altro tassello importante della nostra industria turistica che continua a dimostrare grande dinamismo- spiega Bonaccini-. I buoni risultati raggiunti e la vivacità delle proposte meritano grande attenzione per un settore che si caratterizza anche per la sua alta capacità di reddito, l’impatto sul tessuto economico locale e per rappresentare una reale occasione di sviluppo per le Destinazioni turistiche. E proprio per sostenere un’industria che solo lo scorso anno ha portato quasi 60 milioni di presenze su tutto il territorio, continuiamo a investire per valorizzare il prodotto turistico con iniziative diverse come, per citare le ultime, i bandi per 45 milioni di euro complessivi che serviranno nel prossimo triennio a riqualificare la costa e per fornire un aiuto concreto alle imprese con contributi a fondo perduto e l’innovativa legge sui Condhotel che permetterà di rinnovare, attraverso una formula nuova per l’Italia, le strutture ricettive. Il nostro obiettivo infatti- chiude Bonaccini- è alzare gli standard e la qualità dell’offerta, aumentare l’attrattività e dare forza ad un settore pieno di sfaccettature, capace di grandi risultati e ricco di prospettive di crescita per l’intera regione”.

 “Duplice il valore di questi dati positivi- commenta l’assessore Corsini- che da un lato sono espressione della capacità ricettiva e turistica di un territorio nel suo complesso, dall’altro costituiscono un tassello rilevante per le economie locali specifiche. Capitalizzare il brand Emilia-Romagna e la sua crescente fama internazionale è l’ulteriore sfida che ora gli operatori devono saper cogliere per mettere a profitto le ulteriori opportunità di crescita che questo mercato ha, senza  dubbio, ancora da offrire”.

Per quanto riguarda le strutture congressuali, in Emilia-Romagna se ne contano esattamente 1.121 tra alberghi, hotel, centri congressi, sale in poli fieristici, dimore storiche, sedi istituzionali, arene, centri sportivi, teatri, cinema, auditorium. La maggior parte sono strutture alberghiere (33%), seguite dalle sedi istituzionali (ovvero edifici pubblici, sedi universitarie, sedi camerali, ecc. che rappresentano il 29% del totale). Complessivamente sono 2.561 le sale e circa 390mila i posti a sedere messi a disposizione sul mercato. Tre i principali Distretti congressuali: Bologna, con le province di Ferrara e Modena; Parma, con le province di Piacenza e Reggio Emilia; Rimini, con Ravenna e Forlì Cesena.  
Molto diversificata l’offerta per numero di strutture e capienza offerta: Bologna ha 447 sedi (40%) e il 42% di posti a sedere, segue Rimini con 382 sedi (34%) e il 34% di posti a sedere, chiude Parma con 292 strutture (26%) e il 24% di posti.

Ruolo di primo piano per gli alberghi con una concentrazione del 56,8% dei 53.072 eventi organizzati che hanno totalizzato il 40% di partecipanti e il 38,4% di presenze. Per contro i centri congressi con il 2% degli incontri raggiungono il 12,6% di partecipanti e il 16,5% di presenze. Per quanto riguarda le altre tipologie di sedi, quelle istituzionali si attestano sul 16% di eventi e partecipanti e il 13,2% di presenze, le altre complessivamente ospitano il 15,8% di eventi, il 22% di partecipanti e il 16,7% di presenze. Se si guarda ai partecipanti, la media regionale è di circa 91 persone ma si va da un massimo di 692 partecipanti in media nelle sale dei poli fieristici, ai 56 degli alberghi a tre stelle; la durata media è di 1,34 giorni e il 63,2% ha carattere locale. Il 31,4% è costituito da eventi a carattere nazionale, mentre la quota di quelli internazionali si attesta sul 5,4%. Tra i paesi stranieri quelli più attivi in regione sono Germania e Stati uniti.
Sono le aziende i principali promotori di iniziative con il 49%, al secondo posto enti pubblici, sindacati e partiti politici con il 23,1% degli incontri, mentre alle associazioni va il restante 27,9% del mercato.  

Il Distretto di Rimini accoglie il 29,2% degli incontri e per quanto riguarda la dimensione media si posiziona al primo posto con 113 partecipanti per incontro. Il 50% degli eventi durano almeno un giorno; Rimini ha il primato, rispetto agli altri distretti, di eventi da 2 giorni che rappresentano infatti il 12,5% del totale. Gli organizzatori sono prevalentemente locali, per quanto riguarda i convegni internazionali, la quota è del 4.8%. Anche se i principali promotori rimangono le aziende, questo distretto si caratterizza per gli eventi organizzati da enti pubblici, sindacati e partiti politici, pari al 25,7%, superiore al 23,1% della media regionale.

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