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Voucher, per Cia Agricoltori Italiani serve un 'sostituto'

Cia Rimini condivide l'appello del presidente di Cia–Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna Antonio Dosi, che chiede al Governo di adottare un nuovo strumento che possa sostituire i vecchi voucher, anche in agricoltura

"La cancellazione dei voucher sta provocando conseguenze negative all'agricoltura, in particolare per le realtà produttive meno strutturate e con più difficoltà a gestire la programmazione di attività stagionali che richiedono flessibilità, come nel caso delle raccolte dell’ortofrutta che stanno partendo in diverse aree dell'Emilia-Romagna e nel territorio riminese". Cia Rimini condivide l'appello del presidente di Cia–Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna Antonio Dosi, che chiede al Governo di adottare un nuovo strumento che possa sostituire i vecchi voucher, anche in agricoltura, "settore per il quale erano nati e che, dati alla mano, ne ha fatto un uso pertinente ed appropriato".

"La mancanza di una norma - afferma Cia ER, rischia di riportare al nero una serie di lavori come quelli domestici ed i cosiddetti “lavoretti”, cosa che costituisce un danno per alcune fasce deboli della popolazione quali studenti, pensionati e percettori di prestazioni a sostegno del reddito". "A suo tempo – ricorda Dosi – avevamo affermato come eliminare totalmente i voucher fosse una decisione non condivisibile e molto deludente, nonostante per l’agricoltura non costituissero un elemento essenziale, anche se di una discreta importanza per un certo numero di aziende".

L'agricoltura, primo settore a sperimentare i voucher nel 2008, ha dimostrato sempre un uso corretto dello strumento, che non si poneva in contrapposizione con i rapporti di lavoro subordinato. E' dimostrato dai dati: dal 2008 al 2015 il settore ne ha utilizzati il 4,8% rispetto al totale di quelli venduti, con un calo drastico nell'ultimo anno, che si è attestato all'1,8%. "Oggi - conclude il presidente di Cia ER - mentre si pensa di inserire nella manovra economica uno strumento sostitutivo ed a fronte di uno scontro che si sta riproponendo in termini quasi da 'guerra di religione', si segue l’intenzione di qualche sindacato e forza politica di far valere una sorta di diritto di veto rispetto a tematiche che attengono il lavoro. Tematiche sulle quali è bene invece che tutti insieme si torni a ragionare di ‘strumenti’ e della loro utilità, discutendone nel merito e non con secondi fini".


 

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