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In 10mila ad ammirare le opere 'Di Terra e di Luce'

Emozione, commozione, stupore: l'esposizione ha colpito i visitatori che, attraverso il passaparola, hanno consentito di arrivare a toccare le 10mila presenze

Ha chiuso i battenti dopo 120 giorni “Di Terra e di Luce”, la mostra che ha raccolto più di 150 opere - sculture di Paola Ceccarelli e oli e disegni di Americo Mazzotta - e che si è tenuta dal 25 agosto al 14 dicembre a Castel Sismondo. L'esposizione ha coinvolto 10mila persone consentendo a tantissimi visitatori di apprezzare da vicino il lavoro di Paola Ceccarelli e di Americo Mazzotta, due personalità che vivono il rapporto con il proprio fare arte con la consapevolezza di essere 'strumenti' alla ricerca di un senso intimo e profondo delle cose, capaci di farsi domande universali, comuni a tutti gli uomini e le donne che si interrogano sul proprio destino. Due artisti molto presenti nella vita della città di Rimini (loro, per esempio, il monumento funebre di Alberto Marvelli in S. Agostino) con diverse committenze sacre, ma anche in tutta Italia e all'estero.

Emozione, commozione, stupore: l'esposizione ha colpito i visitatori che, attraverso il passaparola, hanno consentito di arrivare a toccare le 10mila presenze. Un traguardo inatteso dagli stessi organizzatori - gli artisti e Marco Morini, curatore della mostra - che ha reso però ragione di una scelta coraggiosa, quella di dare voce e spazio non solo alle opere stesse, ma anche ad aventi culturali che si sono tenuti all'interno del Castello, trasformando 'Di Terra e di Luce' in un'occasione per riflettere sull'arte e sulle arti. Tra gli eventi ricordiamo: la conferenza dedicata a Giotto del prof. Roberto Filippetti, il concerto dei Felsina Ensemble, l'intervento del coro Amarcanto, il concerto del Coro di San Nicola. Eventi capaci di riempire in ogni ordine di posto la sala delle udienze del maschio di Castel Sismondo.

"Noi per primi, che abbiamo fatto la mostra - raccontano Paola Ceccarelli e Americo Mazzotta - siamo rimasti stupiti non solo per l'alta affluenza, ma dal moto spontaneo che c'è stato nelle persone: tanti sono tornati a visitarla, portando con sè amici, parenti, alunni, chiedendo di conoscerci, proponendosi spontaneamente di fare conferenze d'arte, concerti, di scrivere sulla mostra. La mostra stessa è una novità per questa partecipazione viva che c'è stata e non era programmata. Ci siamo chiesti la ragione di questo successo, ma non abbiamo risposte 'certe': quel che è evidente è che la bellezza è fruibile da tutti. Di fronte  alle sculture delle donne-conchiglia o ai disegni dell'Odissea, i visitatori sono rimasti colpiti dal fatto di aver scoperto qualcosa che li riguardava in modo profondo e misterioso, spesso inesprimibile a parole. Pur nella diversità delle forme estetiche, a tema era sempre l'umano, colto nella sua  domanda, nel suo bisogno di Infinito. Forse questa mostra ha messo in luce una semplice verità: che tutti siamo segnati da una nostalgia di qualcosa di grande, e la bellezza è là dove questa verità traluce, anche nelle zolle scure della nostra terra.."

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