Torna il mito di Pantani con il romanzo "In nome di Marco" di Michele Marziani
Venerdì, nel decimo anniversario della scomparsa di Marco Pantani, Michele Marziani presenta alla libreria Feltrinelli di Rimini, alle ore 18, il suo romanzo “Nel nome di Marco” (Ediciclo editore), un libro nel quale il mito del Pirata, tra ascesa e caduta, viene ripercorso nella personale vicenda del protagonista, un ex sacerdote che ha lasciato la tonaca per sposare la donna che ama. Interverranno, oltre all'autore, il critico Paolo Vachino e l'editor della casa editrice Ediciclo, Gino Cervi, che per l'occasione presenterà anche il nuovo numero della rivista “Cycle!” dedicato a Pantani.
Così Marziani, nelle pagine di “Nel nome di Marco” racconta del giorno dopo la morte di Pantani: «Esco e vado davanti al residence Le Rose, quello dove è stato trovato morto Marco Pantani. Non sono l’unico a guardare sgomento quella specie di albergo così uguale a tutti gli altri e improvvisamente così diverso, tragico, maledetto. I giornali non sanno come sia morto Pantani, ma la gente lo sa, lo dice. È stato ucciso dalla droga, dalla depressione, dal doping, dagli ansiolitici trovati in camera, dalla solitudine, dalla vergogna, da chi non gli voleva bene… C’è anche chi dice apertamente che si sia ucciso. E chi giura che l’abbiano ucciso. Che siano arrivati i sicari della mafia russa, della camorra, della ’ndrangheta, della federazione del ciclismo, degli spacciatori che la madre, sì quella delle piadine, aveva denunciato. Ognuno sa come è andata. Ognuno ne è certo. È convinto. Ha saputo da fonti sicure. Ma l’unica certezza è la morte: Marco Pantani non c’è più, non correrà più. Punto. Nel residence pare ci fossero dei fogli. Degli scritti. Forse una lettera d’addio. No, quella non c’era, leggo sui giornali. Sento ronzare i pensieri delle persone attonite che cercano una spiegazione, voci silenziose raccolte per strada. Per terra ci sono dei fiori. Gli alberi sono spogli».
“Nel nome di Marco”, quinto romanzo dello scrittore riminese Michele Marziani, sta ottenendo un ottimo successo di critica e di pubblico e proprio negli scorsi giorni è andato in ristampa, esaurendo la prima tiratura in un paio di mesi. «Con la presentazione a Rimini il 14 febbraio – dice Michele Marziani – vorremmo ricordare Marco Pantani nel giorno della sua tragica fine. Fine che, paradossalmente, l'ha consegnato all'Olimpo degli eroi del ciclismo. Purtroppo è stata la tragedia a fare sì che oggi Pantani stia al ciclismo, anzi, allo sport, come Jim Morrison o Jimy Hendrix stanno alla musica rock. Il mio romanzo non racconta di Pantani, dell'uomo, dello sportivo, ma del mito, che come tale svolge una funzione quasi di specchio per il personaggio principale del romanzo, l'ex sacerdote Fausto Bianchi, che vivrà riflesso nelle gesta del suo campione fino a quel tragico 14 febbraio 2004 quando Pantani morendo manderà in frantumi lo specchio costringendolo ad affrontare la vita da solo».
Il romanzo prende le mosse dalla tappa del Giro d’Italia del 30 maggio 1999, quando Marco Pantani arriva primo sul traguardo a Oropa. Una vittoria ottenuta a dispetto della sfortuna che lo ha appiedato all’inizio della salita, ma che non gli ha impedito di andare a riprendere e staccare a uno a uno gli avversari in una rincorsa mozzafiato. All’arrivo, confuso tra la folla in delirio, c’è don Fausto, grande tifoso del Pirata. Da quell’impresa leggendaria, che a tutti sembrava impossibile, il protagonista del romanzo troverà la forza di affrontare quello che fino a poco prima anche a lui sembrava impossibile: abbandonare la tonaca e sposare Sandra, dalla quale aspetta un figlio. Ma quando nasce Marco, affetto dalla sindrome di Down, per Fausto è il segno di una punizione divina e, travolto dal senso di colpa, abbandona la famiglia. Il 14 febbraio 2004 Fausto si trova a Rimini per rincontrare Sandra e il piccolo Marco proprio il giorno in cui Pantani viene trovato morto in un residence. La notizia della morte del suo campione cambia ancora una volta la vita di Fausto.