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Cultura Riccione

TTV Festival, le arti visive conquistano la Perla Verde

Appuntamento con la storica manifestazione, tra gli ospiti big Ottavia Piccolo, Matteo Garrone, Sergio Rubini e Peter Greenaway

Riccione TTV Festival, kermesse di arti visive, giunta alla sua ventitreesima edizione torna dal 3 all'8 novembre. Storico appuntamento biennale dedicato al rapporto tra arti sceniche, video e nuove tecnologie, nato nel 1985 da un’idea di Franco Quadri, il festival diretto da Simone Bruscia rinnova la formula, schiude lo sguardo alle arti, alla musica e ai nuovi linguaggi e propone in programma un’originale kermesse di cinema che racconta il teatro in collaborazione con la rassegna Cinema d’Autore del Comune di Riccione e con Giometti Cinema.

Il racconto di questa speciale edizione del Riccione TTV Festival comincia però con Alessandro Baronciani, illustratore tra i più apprezzati del panorama artistico italiano, che a un anno esatto dall’inaugurazione dello Spazio Tondelli realizzerà un murale sulla facciata dello stabile che ospita il teatro rinnovato. L’artista disegnerà un’opera che sarà svelata al pubblico sabato 5 novembre e sarà protagonista di un evento speciale, il Concerto disegnato, insieme al musicista Colapesce. I brani del giovane e affermato cantautore siciliano e le illustrazioni live di Baronciani dialogheranno gli uni con le altre in uno show in continua evoluzione, dove anche l’improvvisazione avrà un ruolo fondamentale. Allo Spazio Tondelli, le più apprezzate canzoni di Colapesce verranno riproposte in versione acustica, cruda e scarna, accompagnate solo dai disegni in tempo reale di Baronciani.
 
Altro ospite d’onore del festival sarà Matteo Garrone, uno dei più grandi registi del cinema italiano, a cui il 23o Riccione TTV Festival dedica un intero pomeriggio, sabato 5 novembre, al Cinepalace. Si parte con la proiezione del primo episodio di L’altro teatro, progetto corale di Giuseppe Bertolucci, Maria Bosio (presente in sala a Riccione) e Nico Garrone, critico teatrale e padre di Matteo. Il girato ripercorre le vicende del “teatro delle cantine”, che si impose soprattutto a Roma negli anni Settanta, mirando a recuperare, intrecciandole, l’identità artistica, personale e politica di quegli anni, appannate dall’Accademia e dalle compagnie stabili. Film in tre episodi (gli episodi due e tre saranno proiettati nel pomeriggio di domenica 6 novembre, presso la Villa Lodi Fè, sede storica di Riccione Teatro), L’altro teatro racconta quella stagione attraverso altrettante straordinarie gallerie di personaggi, da Carmelo Bene, Dacia Maraini, Leo De Berardinis, a Benedetto ed Esmeralda Signorelli, Giorgio Barberio Corsetti, Allen Ginsberg, Renato Nicolini e Simone Carella, quest’ultimo scomparso lo scorso 28 settembre.

Il pomeriggio in compagnia di Garrone prosegue con Estate Romana, terzo lungometraggio del regista. Il film, liberamente ispirato a quella scena off che il padre Nico aveva raccontato nelle vesti di critico, narra le vicende di Rossella, attrice del teatro di avanguardia degli anni Settanta, che a Roma dopo troppi anni di assenza scopre una città trasformata: sparite le “cantine romane”, chiusi troppi teatri, invecchiati i vecchi ritrovi e i vecchi amici. Accompagnata da Salvatore, scenografo napoletano pigro e disilluso, dall’assistente Monica e da un ingombrante mappamondo costruito per uno spettacolo ispirato a Guerre stellari, attraverso una città ormai senza volto, Rossella va alla ricerca della propria identità. 
 
Il cinema che racconta il teatro apre le giornate del festival. Giovedì 3 novembre Ottavia Piccolo incontra il pubblico di Riccione in occasione della proiezione di 7 minuti, diretto da Michele Placido, di cui la straordinaria attrice è tra le protagoniste. Con un cast d’eccezione, composto inoltre da Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clémence Poésy, Sabine Timoteo, Anne Consigny, il film – primo giorno di uscita nazionale in tutte le sale cinematografiche – si ispira a una storia vera accaduta a Yssingeaux, in Francia: i proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale; una piccola clausola nell’accordo stabilisce una riduzione di sette minuti nella pausa pranzo. Undici donne dovranno decidere, in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare. Il dibattito si accende e a emergere prima del voto finale sono le storie delle protagoniste, le loro speranze e i loro ricordi: un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie. 7 minuti è tratto dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini, drammaturgo sbocciato a Riccione (Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” nel 2005), che del film è anche sceneggiatore.
 
Venerdì 4 novembre, il cinema racconta la grande danza contemporanea con Mr. Gaga, la straordinaria storia di Ohad Naharin, coreografo israeliano tra i più apprezzati e innovativi al mondo. Tomer Heymann costruisce un’opera documentaristica intorno all’eclettica figura di Naharin e al linguaggio di movimento corporeo Gaga da lui creato. Nato in un kibbutz nel 1952, Naharin inizia a danzare nel 1974 con la Batsheva Dance Company di cui sarà direttore dal 1990. Gaga è un invito alla scoperta del corpo e delle traiettorie che esso può tracciare attraverso un movimento libero da una grammatica definita, che Naharin e la Batsheva Dance Company offrono a persone comuni e a danzatori professionisti di tutto il mondo. L’attività formativa e coreografica di Ohad Naharin e della Batsheva si svolgono in Israele, sede della compagnia, per infrangerne i confini e rendere Gaga conosciuto e studiato internazionalmente. La proiezione verrà presentata da un’introduzione di Andrea Zardi, danzatore e coreografo, unico in Italia a essere specializzato nella disciplina Gaga.
 
Lunedì 7 novembre, dopo il successo ottenuto nel 2014 con Goltzius and the Pelican Company e con M is for Man, Music, Mozart + Rosa, torna a Riccione Peter Greenaway, tra i più importanti maestri del cinema d’autore. Greenaway incontra il pubblico in una proiezione-evento che chiude ufficialmente il brevissimo tour di presentazione del film Nightwatching, presentato in concorso alla 64a Mostra del cinema di Venezia e distribuito in Italia da Lo Scrittorio dopo ben nove anni di attesa. In Nightwatching, il regista gallese continua la sua indagine sul mondo dell’arte con un ironico dramma in costume su Rembrandt e sul dipinto La Ronda di notte (The Night Watch), l’opera che gli procurò al tempo stesso fama e rovina. Sperimentatore accanito, Greenaway si distingue per una cifra stilistica che fonde cinema, videoarte, pittura, musica e teatro, di cui Nightwatching rappresenta una delle opere più significative, avvincente nella narrazione e pittorica nella forma, con chiaroscuri e tableaux vivants che traducono alla perfezione l’insegnamento di Rembrandt.
 
Sergio Rubini e Gianfranco Cabiddu, rispettivamente protagonista e regista di La stoffa dei sogni, chiudono, martedì 8 novembre, con la proiezione del film e con una conversazione, il 23° Riccione TTV Festival. Ultimo appuntamento della rassegna che mette al centro il cinema e il teatro, La stoffa dei sogni è la storia di una modesta compagnia di teatranti che, sullo sfondo dell’immediato dopoguerra, naufraga sulle coste dell’Asinara insieme a un gruppo di pericolosi camorristi. Il direttore della famigerata isola-carcere, già insofferente al mondo del teatro per vecchi traumi personali, escogita uno stratagemma per distinguere gli attori dai criminali: tutti i naufraghi dovranno mettere in scena una commedia. Il teatro è il vero fulcro del film, tra colpi di scena e avventure picaresche che traggono ispirazione da due grandi classici, La tempesta di William Shakespeare e l’Arte della commedia di Eduardo De Filippo.
 
Proiezioni, concerti, conversazioni e non solo. Domenica 6 novembre allo Spazio Tondelli va in scena Viaggio al termine della notte, con protagonisti Elio Germano e Teho Teardo, che dopo anni di successi tornano a confrontarsi con il capolavoro letterario di Louis-Ferdinand Céline. Nel 2009, Germano e Teardo provano a Rimini, ad Assalti al Cuore, festival di musica e letteratura, una delle prime messe in scena del Viaggio. Quello che sembrava essere un singolo episodio divenne l’inizio di un progetto articolato e complesso, uno spettacolo in continuo divenire, una tournée ancora in atto da anni. Le immagini evocate dal romanzo di Céline si inseriscono alla perfezione nel tessuto sonoro creato da Teardo, compositore tra i più amati del cinema italiano. In questo sorprendente susseguirsi di eventi verbali e sonori, la voce di Germano moltiplica le sue forze suggerendo nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e sugli orrori della guerra mondiale. Lo spettacolo inaugura ufficialmente anche La bella stagione 2016/17, cartellone teatrale della Città di Riccione.
 
Oltre agli incontri informali e alle conversazioni con gli autori e i protagonisti del Riccione TTV Festival, in programma due momenti dedicati alla riflessione su drammaturgia e attualità del teatro. Nel pomeriggio di venerdì 4 novembre, Dario Tomasello, studioso di teatro e docente dell’Università di Messina, presenta allo Spazio Tondelli il suo recente studio La drammaturgia italiana contemporanea - Da Pirandello al futuro, pubblicato da Carocci, in una conversazione con Viviana Raciti di Teatro e Critica. 

Sabato 5 novembre le porte di Villa Lodi Fè si aprono dalle 10 del mattino per ospitare Dalle avanguardie al post-drammatico, un incontro tra critici e operatori teatrali appartenenti a diverse generazioni riuniti per dialogare e riflettere insieme intorno all’attualità dell’avanguardia a teatro. Graziano Graziani, scrittore e critico teatrale, voce del programma Fahrenheit di Rai Radio 3, è il curatore della tavola rotonda che prevede la partecipazione di alcuni tra i più importanti studiosi di teatro, da Lorenzo Donati a Gerardo Guccini, da Massimo Marino a Rodolfo Sacchettini, da Annalisa Sacchi a Attilio Scarpellini. A Riccione prenderà dunque voce una riflessione collettiva sulla critica e la formazione del pubblico, sul teatro e l’immagine, sul corpo e la drammaturgia, verso un post-drammatico italiano. Che ne è dell’“altro teatro” di cui parlava Nico Garrone? Si può ancora individuare un’eredità poetica di quella stagione nella scena che negli ultimi venti anni è stata definita, a seconda degli osservatorii, teatro contemporaneo, teatro indipendente, post-drammatico, terza avanguardia? È ormai evidente, infatti, che le diverse mappature del “nuovo-nuovo teatro” tracciate in questi anni riescono a monitorare il fenomeno ma non a istituire una narrazione. Si può individuare un “linguaggio” comune che rappresenti la lingua teatrale dei nostri tempi? 
 
 

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