"Di Terra e di Luce": a Castel Sismondo la mostra di Paola Ceccarelli e Americo Mazzotta
Nel panorama contemporaneo, dove l'arte si trova a vivere in una dimensione spesso estremamente autoreferenziale, incapace di raccontare la vita e di additare al Mistero, di essere nuovamente mezzo e non fine del proprio agire, brilla luminosa come perla di rara bellezza “Di Terra e di Luce” la mostra delle sculture di Paola Ceccarelli e degli oli e disegni di Americo Mazzotta, che si terrà dal 25 agosto all'8 dicembre 2014 a Castel Sismondo in Rimini.
Un'iniziativa realizzata con il patrocinio del Comune di Rimini, in collaborazione con Anonima Talenti e con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e Fondazione Giuseppe Gemmani. L'esposizione raccoglie oltre 150 opere di Paola Ceccarelli e di Americo Mazzotta, due personalità che vivono il rapporto con il proprio fare arte con la consapevolezza di essere strumenti alla ricerca di un senso intimo e profondo delle cose, capaci di farsi domande universali, comuni a tutti gli uomini e le donne che si interrogano sul proprio destino.
All'interno della mostra, il percorso di Paola Ceccarelli – denominato “Donna, Acqua, Terra” - si snoda in quattro sezioni (Stupore, Donna-Conchiglia, Radici, Le Doglie del Parto) dove le sculture di terracotta sono il medium attraverso il quale l'artista riminese compie il suo viaggio verso il riconoscimento dell'identità tra il suo essere donna e il suo essere “polvere”. Un itinerario di consapevolezza che nasce in riva al mare: dalla percezione della forma di una conchiglia, all'osservazione del creato, dall'ascolto dell'eco delle immagini e delle memorie che questa osservazione è in grado di evocare. Ecco allora che l'acqua, la terra, la polvere, materie prime dell'elaborazione artistica, si fanno anche contenuto dell'indagine. E se la materia oggi è ridotta a 'cosa' e a mero 'oggetto' di cui si può far uso e abuso, le opere di Paola Ceccarelli ci spingono a guardare più a fondo, a riconoscere alla materia il grado di 'creatura' fra le creature. Come? Reimparando a guardare il mondo come i bambini, curiosando con attenzione tra le zolle aride della nostra terra. Basta una piccola e intensa esperienza del reale per far riemergere la realtà tutta intera, e scorgere la verità su di noi, sulla nostra vita. Per scoprire, dentro il finito della materia, un infinito e che la verità di ciascuno è di essere fatto per questo infinito.
É invece la “Dimensione della memoria” il titolo e la protagonista della sezione della mostra che raccoglie le opere – quadri a olio, disegni, stampe – di Americo Mazzotta, artista originario di Collecchio, che ha fatto della memoria e della storia le due 'colonne' sulle quali si appoggia la sua ricerca. Una storia che è sommatoria di coraggiose memorie, base necessaria per un'arte capace di ritrovare lo stupore, il senso del rischio e la forza per diventare linguaggio comune, nel quale riconoscersi. Per Mazzotta le proposte artistiche contemporanee sono 'mute', incapaci di parlare all'uomo perchè estranee, non necessarie, contrassegnate da una “triste sciatteria”. Occorre invece un onesto e faticoso lavoro di confronto nell'aderire a fatti, escluderne atti: un vaglio intellettuale e spirituale che si traduce nell'incontro con la memoria, il nocciolo stesso della vita.