Al Palazzo del Podestà la mostra "Quadri d'armonia" del pittore Ugo Pasini
Dal 13 dicembre al 25 gennaio Palazzo del Podestà, nella sala Civica primo piano (piazza Cavour), ospiterà la mostra del pittore Ugo Pasini dal titolo Quadri d’armonia curata da Orlando Piraccini. La pittura di Pasini, si è imposta, in anni di lunga attività, nel panorama romagnolo per quel suo essere trascrizione e impronta diretta di cose e oggetti e luoghi rappresentati nella loro più oggettiva verità visiva.
Ancorando un profondo senso del vero ad una luce ferma che irrora le cose rappresentate, il pittore cesenate crea e varia da tempo composizioni di oggetti in attonita fissità. Nelle sue ‘nature morte’ imprigionate in un nitore immobile si condensa in particolare l’amore per le forme pulite ed esatte, vicine alla perfezione. Si legge in esse una proiezione verso una dimensione di eternità, lontano dalla banalità del quotidiano da cui sono tratte e dal senso della provvisorietà insito nella loro stessa natura, che siano cocci, pani, frutta, fiori o carcasse di barche adagiate sulla spiaggia.
Nature silenziose, che non si pongono come emblematiche rappresentazioni simboliche della vanitas o della caducità e dell’effimero (che richiama la fragilità della condizione umana), bensì emblematiche, iperreali immagini di vita, “parti elette destinate a rappresentare il tutto”. Ciò che salta subito agli occhi scorrendo l’insieme delle opere selezionate ed esposte per questa antologica riminese è anche quella “quiete di umile e appassionata elegia” come annotava Ezio Raimondi che viene sprigionata dalle forme e nella loro lucida traduzione dalla realtà.
Scriveva della pittura di Pasini Alberto Sughi che gli è stato maestro: ... “In questo sguardo stupito che si posa sugli oggetti per contemplarne la forma sta l'incanto sottile della sua pittura. E' un mondo silenzioso dove la frutta ed il canestro, la terracotta ed il legno sembrano essere impastati nella stessa materia. Non ci sono né stemmi né emblemi: c'è semmai una sostanza poetica spessa e fragile nello stesso tempo: la certezza di riconoscere le forme della realtà visibile allo smarrimento (quasi l'impossibilità) di decifrarne i significati ed i rapporti con la nostra vita”.