Il velo nelle diverse epoche e culture, incontro su donne e violenza
Venerdì 23 marzo alle 17.30 nella cineteca di Rimini incontro con la rassegna Parla con lei, sapienza contro violenza. Ospite Maria Giuseppina Muzzarelli che presenta il libro A capo coperto. Storie di donne e di veli.
Dopo aver affrontato le discriminazioni di genere dal punto di vista del diritto (con Thomas Casadei) e della lingua (con Stefania Cavagnoli), sarà ora una storica, Maria Giuseppina Muzzarelli, a illustrarci “Storie di donne e di veli” attraverso i secoli.
Parliamo di donne velate e subito pensiamo allo hijab o agli altri tipi di copertura del capo, o del volto, o dell'intero corpo della donna che sono in uso nel mondo islamico e che, non senza originare polemiche, molte islamiche indossano anche nei paesi occidentali. Ma la prescrizione alle donne di coprirsi il capo appartiene in pieno anche alla storia dell'Occidente. Muzzarelli illustra infatti come la tradizione del capo coperto appartenga a tutta l’area mediterranea. Anche la tradizione cristiana - forte delle indicazioni di san Paolo - implicava una subordinazione della donna all'uomo che contemplava la copertura del capo femminile. Il capo coperto, segno di verecondia e modestia, era prerogativa delle donne sposate, era la divisa delle religiose, così come ogni vedova era tenuta a portare il velo del lutto. Le donne, nei secoli, hanno fatto proprio questo obbligo trasformando un'imposizione - il velo - in un accessorio di moda, dando un significato estetico a quel che rappresentava una discriminazione di genere. «Ancora oggi il velo non è un velo e basta» scrive Muzzarelli alla fine del libro. «Troppe volte è ancora la parola di un uomo sul corpo di una donna».
Per informazioni: Casa delle donne, tel. 0541 704545