Alla scoperta di Guercino e del ritrovamento a Montescudo
“Alla ricerca di Guercino. Nuove scoperte e studi”. Sarà questo il tema del prossimo incontro del ciclo culturale “I Maestri e il Tempo”, in programma venerdì 7 aprile alle ore 17.30 nel Salone di Palazzo Buonadrata.
Ad accompagnare il pubblico alla scoperta di Guercino, pittore di Cento tra i più rappresentanti del periodo barocco, sarà Massimo Pulini, Assessore alla Cultura e alle Arti del Comune di Rimini, nonché docente di pittura, storico e critico d'arte, pittore e scrittore. Fine e stimato conoscitore della cultura figurativa della Riforma cattolica e del Barocco, Pulini svelerà al pubblico le sue recenti scoperte che riguardano Giovan Francesco Barbieri, meglio conosciuto come il Guercino, massimo esponente del barocco internazionale, in corrispondenza anche della mostra di Piacenza, appena inaugurata.
Saranno in particolare due le scoperte che il relatore renderà note. La prima riguarda il ritrovamento, quasi inaspettato, della pala d’altare raffigurante un’Assunta portata in cielo dagli angeli. L’occhio attento del critico ha rintracciato nella grande tela, conservata presso la chiesa di San Francesco ad Aversa, la cifra stilistica e tematica del genio artistico barocco, riuscendo finalmente a identificare l’opera con quella relativa alle registrazioni contenute nella documentazione storica di Guercino.
Una seconda scoperta, forse meno conosciuta ma non meno importante, è avvenuta nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Trarivi di Montescudo (Rimini). Si tratta della raffinata tela rappresentante la Testa di San Giuseppe, finora relegata nell’ombra dell’anonimato, ma che recentemente Pulini è riuscito a riportare alla luce riconoscendovi la vellutata intensità pittorica caratteristica dell’artista centese.
Nel corso della relazione si farà riferimento anche al rocambolesco ritrovamento del dipinto intitolato Madonna col Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo, rubato dalla Chiesa di San Vincenzo a Modena nel 2014, successivamente ritrovato in Marocco, a Casablanca, e purtroppo danneggiato per le pessime condizioni di conservazione e per le difficoltà di riportarlo in Italia.