Il coro polifonico Jubilate deo in concerto con "Infinitamente pura, infinitamente dolce"
Sabato 13 maggio, alle 21, nella Chiesa Gesù Nostra Riconciliazione di Rimini, il Coro polifonico Jubilate Deo presenta un concerto di musica sacra intitolato: "Infinitamente pura, Infinitamente dolce". L'organizzazione di un nuovo concerto nel mese mariano è un appuntamento consolidato del coro Jubilate Deo, particolarmente legato alla SS. Vergine del Rosario: in particolare quest'anno coincide con il centesimo anniversario dell'apparizione di Fatima.
Era il 13 maggio 1917 quando, al cospetto di tre giovani pastorelli di Cova da Iria, una località vicino alla cittadina di Fatima, apparve la Vergine Maria. Le apparizioni furono immediatamente famose, in particolare per il grandioso miracolo del Sole del 13 ottobre 2017, cui assistettero oltre 70.000 persone. Fatima ha fatto discutere fino ad oggi riguardo ai famosi tre segreti affidati dalla Vergine ai veggenti. Legatissimo a Fatima Giovanni Paolo II (la pallottola dell'attentato è incastonata nella corona della statua della Vergine). Quarto papa a recarsi al santuario portoghese, Papa Francesco si recherà a Fatima per canonizzare i 3 pastorelli.
Il concerto comprende pagine vocali di Monteverdi, Palestrina, Da Victoria, Orlando di Lasso e Byrd ed è arricchito dalla proposta di composizioni poetiche di Andrea Parato, proposte dallo stesso autore. Il Coro Jubilate Deo è stato fondato nel 1985 ed opera presso la Chiesa Gesù nostra Riconciliazione di Rimini. Formato da una ventina di coristi divisi nelle quattro voci principali, si occupa esclusivamente di musica sacra; dal 1988 è diretto dal M° Ilario Muro. In questi anni ha realizzato un considerevole numero di concerti e liturgie sacre sia a Rimini che nelle principali città italiane, collaborando con altre formazioni corali od orchestrali anche in rassegne internazionali. Dal 2011 è riconosciuto come gruppo musicale di interesse nazionale e ha avuto inoltre l'alto onore di cantare in San Pietro, alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.