Dario Fo, due eventi in omaggio al grande artista
Sabato 21 e 28 ottobre alle 17,15 la biblioteca Baldini organizza due incontri per ricordare Dario Fo, a un anno dalla sua scomparsa, attraverso le letture sceniche di Angelo Trezza. Tra le pubblicazioni di Trezza infatti figurano anche i volumi “Dario Fo. Una drammaturgia a parte” (Raffaelli, 2007) e “Storia del teatro. Un racconto” (Raffaelli, 2010). Lo stesso Trezza introduce la figura di Dario Fo con queste parole: “Dalle suggestioni e le fantasie delle storie dei fabulatori delle sue valli, da cui attingerà indicazioni tanto preziose per animare la sua tecnica affabulatoria così originale, assimilandone le capacità mimiche e le intonazioni vocaliche dalla cifra ormai inconfondibile, Fo ci dà una fitta rete di riferimenti utili per costruire una vera e propria teoria del dramma, perché illustra i “principi”, i processi di costruzione, da cui si sviluppa il suo lavoro, descrivendo il modus operandi della sua arte, che nasce dall'esigenza di non considerare mai una commedia come “conclusa”, ma sempre aperta ai fatti della cronaca e dunque continuamente situazionabile, adattabile a differenti contesti di pubblico e a diverse circostanze di tempo e luogo (dalla Cina, agli Stati Uniti d’America).
Del teatro politico, di “controinformazione” legato alla cronaca e alla critica sociale Dario Fo è diventato così l'archetipo, inaugurando un teatro definito giustamente “civile”, che ha avuto il suo primo atto di nascita proprio con la codificazione dell’affabulazione narrativa. Quell’affabulazione che Fo ha imparato assimilando la lezione dei giullari, le tecniche dei narratori medievali, le melodie dei canti popolari, la cultura sommersa di Ruzzante e della Commedia dell'Arte, che gli ha permesso di dar vita al testo cardine della sua drammaturgia, Mistero Buffo, una giullarata popolare rappresentata per la prima volta nell'ottobre del '69, che ha fatto conoscere al grande pubblico il grammelot, la funambolica lingua, nata dalla contaminazione pluridialettale, dall'espressionismo grottesco delle sue intonazioni vocaliche e gestuali, diventata ormai di grande risonanza, soprattutto per la potenza della sua mimica di universale comprensione. Fin dai primi secoli dopo Cristo il popolo si divertiva, e non era solo un divertimento, a muovere, a giocare, come si diceva, spettacoli in forma ironico - grottesca, proprio perché per il popolo il teatro grottesco è sempre stato il mezzo primo d'espressione, di comunicazione, ma anche di provocazione e di agitazione delle idee. Il teatro era il giornale parlato e drammatizzato del popolo”.