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famiglini (pli): "crisi idrica: politica di gestione delle acque errata"

Se oggi viviamo in questa condizione di crisi idrica lo dobbiamo non solo alla mancanza di piogge ma anche ad una errata scelta strategica in tema di risorse idriche che la politica ha ciecamente intrapreso in tutti questi anni.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RiminiToday

La provincia di Rimini sta vivendo in questi giorni i primi effetti
drammatici della crisi idrica causata dalla mancanza di precipitazioni che
ha inesorabilmente colpito la diga di Ridracoli. Le autorità locali si
stanno affannando per trovare soluzioni alternative alla penuria d'acqua che
rischia, in determinate aree romagnole, di condurci a breve addirittura al
razionamento idrico se non interverranno nel giro di pochi giorni prolungati
rovesci temporaleschi. Ciò che però i gestori delle acque (Hera e Romagna
Acque) non mettono in adeguata evidenza è che quest'inverno la diga è stata
in sfioro per mesi lasciando scorrere verso valle centinaia di migliaia di
metri cubi di preziosissimo "oro blu". Nei fatti si può configurare in seno
a questo modus operandi un evidente spreco della risorsa idrica ed una
altrettanto evidente mala gestione delle riserve di acqua potabile della
nostra realtà territoriale.   In più duole constatare che invece di
promuovere la costruzione di un secondo invaso per far fronte, nel corso dei
decenni, alla sempre maggiore richiesta da parte dei comuni di acqua di
qualità, gli enti gestori hanno preferito allacciare un numero sempre
crescente di utenze alla sola rete di Ridracoli di fatto rendendo questa
risorsa insufficiente a coprire il fabbisogno delle tre provincie romagnole.
Pertanto se oggi viviamo in questa condizione di crisi idrica lo dobbiamo
non solo alla mancanza di piogge ma anche ad una errata scelta strategica in
tema di risorse idriche che la politica ha ciecamente intrapreso in tutti
questi anni. Purtroppo la soluzione non può essere rappresentata dall'acqua
di falda dato che spesso risulta essere di qualità scadente ed il cui
prelievo aggrava il fenomeno della subsidenza. Parimenti  l'utilizzo
dell'acqua del CER non può certamente fornire un prodotto di qualità per
l'utenza civile. L'unica risposta possibile, a nostro avviso, risiede nella
costruzione di una nuova diga appenninica ubicata sul nostro territorio che
vada a coprire il fabbisogno che Ridracoli da sola non è più in grado di
garantire. Ci rendiamo perfettamente conto che in un periodo di vacche magre
come questo è indubbiamente difficoltoso reperire le risorse per
intraprendere un'opera di questa portata. Ciononostante se la politica
iniziasse a comprendere la necessità, ormai ineludibile, di fornire una
risposta strutturale a questa problematica che rischia di diventare una vera
e propria tragedia ciclica per i cittadini, forse si sarà compiuto un primo
importante passo nella direzione volta ad ottenere una soluzione positiva a
questo dramma.

Axel Famiglini, segretario politico provinciale del Partito Liberale Italiano P.L.I. 

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