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Consulente del lavoro: requisiti, studi, esame di stato


Assunzioni, stipendi, contributi e gestione del personale non è un’impresa semplice: per questo motivo il consulente del lavoro è una figura sempre più presente nelle aziende. Scopriamo come si diventa consulente del lavoro

Il consulente del lavoro è tra le professioni che, nonostante, la crisi ed i cambiamenti sociali resta centrale per molte aziende. È stata infatti regolamentata a partire dalla fine degli anni ’70 e da allora non ha mai subito un calo di richieste. 

Non è, però, un’attività che possono intraprendere tutti. Servono, infatti, dei requisiti specifici e l’abilitazione all’esercizio della professione. In generale questo professionista si occupa di coadiuvare grandi e piccole aziende nella gestione del personale nel rispetto delle leggi vigenti in materia.
Le sue mansioni vanno, ad esempio, dalla gestione delle risorse umane all’elaborazione delle buste paga, dal versamento dei contributi previdenziali alle comunicazioni con gli enti quali Inps, Inail e Agenzia delle Entrate.

Requisiti per diventare un consulente del lavoro

La laurea è il primo titolo necessario per diventare un consulente del lavoro. Non è richiesta una laurea specifica ma si consigliano facoltà come: scienze dei servizi giuridici, scienze dell’economia e della gestione aziendale, economia, giurisprudenza, scienze politiche e delle relazioni internazionali, teoria e tecniche della formazione e dell’informazione giuridica.

Una volta conseguita la laurea, si passa al praticantato necessario per poter accedere all’Esame di Stato ed essere così inseriti nell’Albo di categoria. Il praticantato consiste in un tirocinio non superiore ai 18 mesi, presso lo studio di un consulente o di uno dei professionisti indicati dall’art. 1 della legge 12/1979.

È, inoltre, necessario iscriversi al registro dei praticanti per attestare il periodo di tirocinio presso uno studio accreditato. È possibile anche svolgere la pratica durante gli studi.
Il passo successivo consiste nel superamento dell’Esame di Stato necessario per poter esercitare la professione e iscriversi all’Ordine dei Consulenti del Lavoro e al relativo Albo professionale.

L’Esame di Stato viene svolto nelle commissioni territoriali formate da membri del Ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e da un professore ordinario di materie giuridiche. Sono previste due prove scritte ed una orale.

Al superamento dell’esame, come abbiamo detto, bisogna iscriversi all’Albo dei consulenti del lavoro, secondo la Legge n. 12/1979.
Infine oltre all’iscrizione all’albo dei consulenti del lavoro è obbligatoria anche la formazione professionale continua, fissata in un tetto minimo di 50 crediti formativi da raggiungere entro due anni.

La formazione è il primo requisito fondamentale per accedere alla professione, ma questa non basta. Un bravo consulente del lavoro deve possedere anche le skills soft come la capacità di problem solving e la predisposizione al rapporto interpersonale, proprio perché essendo spesso impegnato nel ruolo di intermediario tra le diverse parti in causa nel mondo del lavoro, come sindacati, imprenditori, lavoratori, associazioni di categoria ed istituti previdenziali, deve saper essere un buon negoziatore e ascoltatore.

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