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Energie da fonti rinnovabili: con il progetto ‘Terre’ fondi europei per la Valmarecchia

Contemporaneamente nei diversi Paesi interessati dal progetto si sta mappando il potenziale delle fonti rinnovabili e si stanno redigendo i piani di investimento

Con lo svolgimento nello scorso fine settimana del meeting a Venezia, il progetto europeo ‘Terre’ entra nella sua fase conclusiva. Da un lato si va verso la definizione delle linee guida, che costituiscono le indicazioni concrete su cosa e come fare per dare più spazio alle energie rinnovabili nelle diverse aree in cui operano i partner: dalla Provincia di Rimini, alle zone rurali dell’Austria e della Romania, passando dall’Ungheria all’Albania.

Contemporaneamente nei diversi Paesi interessati dal progetto si sta mappando il potenziale delle fonti rinnovabili e si stanno redigendo i piani di investimento. Da questo punto di vista la Provincia di Rimini ha individuato la Valmarecchia quale area su cui puntare, la porzione di territorio su cui oggettivamente insistono più impianti che producono energia da fonti rinnovabili. E’ questa la zona in cui sono già attive una decina di piccole centrali idroelettriche, che costituiscono l’eredità degli oltre cento mulini attivi in passato lungo il fiume Marecchia. Ed inoltre ci sono impianti di produzione di biogas, che in parte si legano alla tradizione degli allevamenti.

Diversi sono gli impianti fotovoltaici, tra cui quello sui tetti dell’ex Sicit, uno dei più grandi e produttivi della provincia. Anche l’eolico può avere delle potenzialità, a condizione che la Regione Emilia Romagna riveda il limite delle 1800 ore di vento effettive, che un impianto deve avere per poter essere autorizzato. Infine non va dimenticato che in Valmarecchia tutti i comuni hanno aderito al Patto dei Sindaci a dimostrazione di una sensibilità che non è per nulla scontata.

Attraverso il progetto ‘Terre’ ora l’obiettivo è mettere a punto un vero e proprio piano di sviluppo del settore che potrà servire come strumento di lavoro sia ai Comuni che volessero realizzare propri impianti, come in passato ha fatto San Leo, sia per i privati che vogliono investire. Proprio in questo ultimo periodo ci sono state diverse manifestazione di interesse.

Certamente occorre che non venga di nuovo cambiato il regime degli incentivi, non solo nell’ammontare dei finanziamenti ma anche nella durata. In questi giorni infatti il Governo sta proponendo di allungare da 20 a 27 anni il periodo di incentivazione, spalmando l’ammontare degli incentivi su più, cambiando così i piani di ammortamento su cui le imprese si erano basate. Dall’altro lato è necessario che la scelta verso le rinnovabili non sia contraddetta dall’idea di tornare a finanziare o incoraggiare l’attività estrattiva del petrolio. Non può essere questa la strada verso il futuro e quanto avviene in Europa fornisce indicazioni completamente diverse, ecco perché il progetto ‘Terre’ ha un valore positivo molto forte, perché ci costringe a quanto di positivo stanno facendo intere regioni d’Europa che hanno raggiunto o stanno raggiungendo la totale autonomia energetica.

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