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Domenica, 28 Aprile 2024
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Smog e siccità peggiori degli ultimi 11 anni, ma febbraio potrebbe chiudere con un colpo di scena

L'esperto meteo Roberto Nanni: "Negli ultimi giorni di febbraio si conferma un cambio radicale della circolazione atmosferica, caratterizzata dal ritorno delle tanto attese piogge e nevicate"

Nebbia e smog al Nord non sono una novità e la stessa conformazione della Pianura Padana di certo aiuta a favorirli. Se però aggiungiamo delle particolari condizioni meteorologiche, come ad esempio una prolungata stabilità atmosferica, allora la situazione può peggiorare notevolmente. E a farne le spese non è solo la qualità dell’aria, bensì anche la siccità, che il clima anomalo di questi giorni ha contribuito ad aggravarne ulteriormente. "La situazione peggiore è stata registrata a Piacenza (119 µg/m³), dove le PM 10 hanno più che raddoppiato i limiti consentiti per legge - spiega l'esperto Roberto Nanni, rete Ampro Meteo Professionisti -. Ma anche il resto dei capoluoghi dislocati lungo tutto il percorso della via Emilia, sebbene tendenzialmente minori rispetto ai giorni passati, vedono valori degli inquinanti ancora troppo elevati. Ma ormai da troppo tempo è l’intera Regione a essere soffocata da una cappa di smog: tenuto conto che dall’inizio dell’anno il livello degli sforamenti supera l’80% di quelli annuali. Preoccupano sopratutto le polveri ultra sottili (PM2.5) che occupano quasi la totale concentrazione di particolato presente in aria".

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Cambiamenti climatici che non guardano in faccia a nessuno e che esasperano le condizioni miti di questo inverno anche dovute alla scarsità di pioggia. Dall’ultimo rapporto pubblicato da Cima Research Foundation, a metà febbraio il volume di acqua contenuto nel manto nevoso è ulteriormente peggiorato raggiungendo l’inusuale valore di -64%. "I dati più preoccupanti arrivano dagli Appennini, dove il deficit in alcuni casi, ha persino surclassato il valore già alto dell’anno scorso - spiega Roberto Nanni -. Le ultime nevicate significative sul comparto centro-settentrionale risalgono addirittura a novembre. La carenza di neve si è fatta sentire anche su quel tratto di arco alpino particolarmente importante per l’approvvigionamento idrico del Po. Facendogli perdere in dodici anni (dati su una media 2011-22) addirittura il 63% di acqua equivalente dalla fusione di neve alpina. Il risultato è un’emergenza siccità che sembra non finire mai, con corsi d’acqua e affluenti che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media”: in particolare nel distretto idrografico del Fiume Po, nell’Appennino settentrionale e in quello centrale. Tutto ciò non è ovviamente di aiuto per l’agricoltura e anche per la ricarica delle falde acquifere che hanno bisogno di infiltrazioni lente e costanti nel semestre “freddo”.

Negli ultimi venti anni la frequenza dei super anticicloni è aumentata sensibilmente anche durante il semestre invernale (ottobre-marzo). Poco dopo il 2010, a parte qualche rara eccezione, il numero di giorni di alta pressione è passato in breve tempo da una media di 80 a quasi 100 a semestre, e da allora si è mantenuto ad un livello sempre elevato. "Non a caso, anche quest’anno, l’inverno meteorologico sarà destinato ad essere archiviato come uno degli inverni più miti – o forse il più mite – non solo per l’Italia ma anche per l’Europa occidentale. Anche se prima di salutarci proverà a farci visita attraverso una svolta decisa nel weekend. Negli ultimi giorni di febbraio si conferma un cambio radicale della circolazione atmosferica a livello europeo e mediterraneo, in favore di una fase meteo più dinamica e anche un po’ più fredda, caratterizzata dal ritorno delle tanto attese piogge e nevicate".

"Un’inversione di rotta pilotata da una prima perturbazione (n. 5 del mese) che dovrebbe portare qualche cambiamento in Emilia- Romagna già dalla giornata di giovedì 22: con i primi effetti deboli/moderati sul crinale tosco-emiliano. Fenomeni che da venerdì 23 si estenderanno al resto dei settori per il transito di un sistema frontale che riporterà delle precipitazioni anche a carattere di rovescio o temporale, e neve fino intorno ai 1200-1500 metri. Le temperature tenderanno a riportarsi attorno alle medie del periodo, anche se inizialmente risulteranno ancora molto miti sopratutto sui settori orientali, per effetto della ventilazione meridionale in netto rinforzo. L’area di bassa pressione ci lascerà in compagnia di un weekend molto variabile, ma alle sue spalle altre perturbazioni dall’Atlantico sarebbero pronte a raggiungerci, con un nuovo carico di preziose precipitazioni, un’intensificazione dei venti e un deciso miglioramento della qualità dell’aria", conclude Roberto Nanni.

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