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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Una Pasqua con oltre 25 gradi a Rimini: e arriva anche la sabbia del Sahara

Domenica si sono osservate anche concentrazioni elevate di particolato grossolano (PM10) in regione. Il meteorologo: "La sabbia del Sahara può causare potenziali infezioni dei polmoni"

Un pennacchio di sabbia accompagnato da una vivace ventilazione di Garbino, ha portato una giornata di Pasqua in stile africano in Romagna, con temperature nel riminese che hanno superato i 25 °C. Le temperature massime osservate alle 16:30 (a causa del cambio d’ora legale) a Rimini Ausa sono state le più alte rispetto al resto della regione, raggiungendo i 25,7 gradi. Questi valori, decisamente superiori alla media del periodo (14,8 °C), sono tipici della prima decade di giugno. Le temperature sono state particolarmente elevate soprattutto in Romagna. Lo riferisce Roberto Nanni, tecnico meteorologo AMPRO Meteo Professionisti, che aggiunge: "Non sorprende che abbiamo appena concluso un altro mese, quello di marzo, che si aggiunge ai mesi particolarmente miti di questo lungo periodo. Così, dall’inizio dell’anno, l’anomalia media in Emilia-Romagna ha superato abbondantemente i 2 gradi rispetto all’andamento 1991-2020 (già di per sé più caldo rispetto ad altri trentenni di riferimento)".

A preoccupare sono poi le "concentrazioni elevate di particolato grossolano (PM10) in regione, derivanti da fonti organiche naturali che hanno contribuito in diverse zone a far salire il loro rapporto peso/volume sopra i 90 µg/m3. La granulometria delle polveri arrivate nella nostra regione varia tra 0.5 e 30 μm (milionesimi di metro), con i picchi centrati sui 10 μm, quindi di dimensioni analoghe alle polveri fini che inquinano le nostre città e cinque volte in più del diametro dei nostri capelli. Tuttavia - spiega il meteorologo - sono presenti, pur in numero inferiore, anche le particelle “giant” maggiori di 75 μm. Per quanto riguarda la composizione, si sono effettuate diverse analisi chimiche delle polveri sahariane dalle quali si vede come prevalgano il silicio, gli ossidi di alluminio, calcio, ferro ecc. e purtroppo sono stati trovati anche diversi tipi di batteri. L’analisi a microscopio mostra che i minerali che costituiscono le polveri sahariane sono prevalentemente quarzo e mica".

"La deposizione del particellato da parte del sedimento atmosferico avviene attraverso la sedimentazione secca (o gravotazionale) visto che da noi non è piovuto. Nelle condizioni giuste, che solitamente si verificano tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno, grandi quantità di polvere si raccolgono nel cosiddetto “Saharan air layer” (lo strato di aria sahariana), un “panetto” di aria calda e secca che generalmente si trova a un chilometro e mezzo dalla superficie terrestre e può raggiungere uno spessore di oltre 3 km - prosegue Nanni - Raffiche cariche di polvere lasciano regolarmente il continente. Una volta che le masse di aria oceanica più fredda la spingono in alto nell’atmosfera, la polvere può “galleggiare” per giorni se non per settimane, trasportando qualcosa come un 100 milioni di tonnellate di particellato. Mentre la sabbia del Sahara può fertilizzare l’oceano e la terra, l’esposizione umana a questa polvere del deserto combinata con la materia organica può causare potenziali infezioni dei polmoni".

"Alcuni studi hanno dimostrato che la polvere del Sahara può contenere allergeni biologici tossici e irritanti. È anche possibile che i composti non biologici presenti nella polvere possano generare effetti negativi sulla salute, tra cui malattie respiratorie (ad es. asma, tracheite, polmonite, rinite allergica e silicosi), cardiovascolari (ad es. ictus) e cardiopolmonari. Inoltre, è stato riscontrato che congiuntivite, irritazioni cutanee, malattie meningococciche e coccidioidomicosi sono correlate alle tempeste di polvere. Per lunghi periodi di tempo, la concentrazione di polvere in alcune aree supera di parecchie volte i livelli massimi suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità - conclude Nanni - Anche la concentrazione di particolato (PM) aumenta a un livello pericoloso che potrebbe minacciare la salute umana e la prima infanzia. Altre ricerche mostrano che porzioni significative di comunità microbiche possono essere trasportate su grandi distanze ed essendo altamente resistenti allo stress e possono contenere patogeni fungini e batterici distruttivi".

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