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Alberghi, Arlotti: "Togliere le clausole vessatorie che i grandi portali di prenotazione impongono"

Si è anche svolta inoltre l’audizione della Commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager di fronte alle Commissioni riunite Attività produttive e Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato

Le Commissioni riunite VI Finanze e X Attività produttive, di cui fa parte il deputato PD riminese Tiziano Arlotti, hanno esaminato ed approvato giovedì sera in sede referente le proposte di legge abbinate “Legge annuale per il mercato e la concorrenza” che approderà in Aula a partire dal 21settembre. Si è anche svolta inoltre l’audizione della Commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager di fronte alle Commissioni riunite Attività produttive e Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato.

La legge annuale sulla concorrenza è uno dei più importanti strumenti presenti nell’ordinamento italiano per dare impulso all'attuazione delle norme in materia di liberalizzazione delle attività economiche. “Serve a porre in atto un'attività periodica di rimozione dei tanti ostacoli e freni, normativi e non, che restano nei mercati dei prodotti e dei servizi- spiega Arlotti -.  Il disegno di legge mira a rimuovere gli ostacoli regolatori all'apertura dei mercati, a promuovere la concorrenza nella garanzia della tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell'Unione europea, nonché delle politiche europee in materia”.

Proprio in quest’ottica, Arlotti ha presentato già il 16 luglio un emendamento (n°32.081 articolo 32 bis), concertato con le associazioni nazionali del turismo, che prevede la nullità delle clausole contrattuali che vietano alle imprese ricettive di offrire prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati da piattaforme di distribuzione online. “È nullo ogni patto – recita l’emendamento - con il quale l'impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto”.

L’emendamento prevede la nullità dei patti di parity rate, clausole contrattuali imposte dalle multinazionali dell'intermediazione, le cosiddette OTA (Online Travel Agencies) che non consentono all'albergo di pubblicare ‘in chiaro’ sul proprio sito alcune soluzioni che sarebbero molto più vantaggiose per la clientela, spiega il deputato. “Le imprese ricettive oggi pagano ai portali di prenotazione commissioni che possono arrivare anche al 30%. Quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito all’albergo di offrire un prezzo più conveniente sul proprio sito internet”.

Già lo scorso aprile  l’Autorità garante Della concorrenza e del Mercato italiana, insieme a quelle di Francia e Svezia aveva chiuso una istruttoria contro  le società del gruppo Priceline Booking.com B.V. e Booking.com (Italia). Dal primo luglio e per cinque anni, a seguito dell'accordo tra le società del gruppo Priceline e le Antitrust di Italia, Francia e Svezia, Booking si impegna in una riduzione significativa dell’ambito di applicazione delle clausole, lasciando piena libertà agli hotel nella determinazione delle condizioni di offerta praticate sulle altre agenzie di viaggi online e sui propri canali diretti offline, nonché nell’ambito dei propri programmi di fidelizzazione. L’istruttoria è ancora aperta però con Expedia e non interessa al momento altri siti di prenotazione.

Arlotti ha quindi presentato l’emendamento con l’obiettivo di inserire una norma di legge che, in quanto tale, vincoli tutte le OTA a rispettarla. Il Governo ha dato parere sfavorevole e l’emendamento è stato bocciato dalla Commissione. “In Aula lo ripresenterò e nel frattempo continuerò a lavorare coi relatori e a insistere col Governo e anche col Ministero del Turismo perché credo sia da emulare quanto ha fatto la Francia, che il 5 Agosto 2015 ha approvato una legge che ha analogo testo dell’emendamento. Oltretutto anche in Germania la Corte di Dusseldorf, ha rigettato il ricorso presentato da un portale di prenotazione contro la sanzione dell’Antitrust tedesca che giustamente aveva giudicato la norma della clausola Mfn contraria alle regole della libera concorrenza.” “Tali siti sono tanti e la stragrande maggioranza sono oltreoceano – osserva Arlotti –e non è un caso se nel parere che abbiamo dato alla Commissione Europea (di cui ero relatore) sul documento per una “Strategia europea per il turismo costiero e marittimo”, abbiamo chiesto di sostenere la realizzazione di un portale europeo ( il 51,5% di turismo internazionale sceglie l’ Europa)”.

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