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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Ausl e riduzione delle liste d’attesa, Lombardi (FI): "Una presa in giro elettorale”

"Per essere chiari quei soldi verranno destinati a pagare turni di lavoro straordinario (a circa 60 euro l’ora) a medici che dovranno lavorare oltre il loro orario di servizio per smaltire le liste di attesa"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RiminiToday

"La Regione Emilia Romagna, con in testa il candidato presidente Bonaccini sostenuto dall’assessore alla sanità Lusenti, stanzia 42 milioni di euro per la sola Asl Romagna, per “pagare” prestazioni sanitarie aggiuntive, con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa. La notizia, data in questi termini, seppure sospetta perché viene “sparata” in piena campagna elettorale e perché non si capisce come dopo i pianti sui tagli improvvisamente si trovino risorse così ingenti, sembra essere un reale e importante tentativo di rispondere a uno dei principali problemi dei nostri cittadini: i tempi di attesa per eseguire visite mediche ed esami strumentali.

Peccato che a uno sguardo più attento, questo sia solo un tentativo goffo e di pessimo gusto per imbonirsi il voto dei cittadini, facendo leva su un aspetto così vulnerabile e delicato, come la salute. Per essere chiari quei soldi verranno destinati a pagare turni di lavoro straordinario (a circa 60 euro l’ora) a medici che dovranno lavorare oltre il loro orario di servizio per smaltire le liste di attesa. E per essere ancora più sensazionali, si sceglie di aprire gli ambulatori anche il sabato e la domenica come se non si fosse potuto fare prima. Ma i motivi per cui questa infelice trovata è una colossale presa in giro nei confronti dei cittadini sono ben altri.

Uno dei problemi fondamentali dei sistemi sanitari così detti “universalisti” come quello italiano è costituito dall’ auto-generare prestazioni inutili, che non servono a curare il paziente, ma gravano pesantemente sulle tasche di noi tutti.  In altri termini, il cittadino-paziente vaga tra una vista specialistica e l’altra, tra un esame strumentale e l’altro, senza che nessuno si prenda veramente cura di lui, senza che nessuno si prenda in carico il suo problema di salute, con l’obiettivo di risolvere o migliorare il problema di quel paziente. E questo intendiamoci bene, non per malafede o cattiva pratica dei medici o degli operatori sanitari in genere. Semplicemente perché il nostro sistema sanitario è fondato sulle prestazioni che eroga e non sulla vera presa in carico del paziente e sugli esiti che raggiunge.  Ed è fondato a tal punto sulle prestazioni, che se si vuole essere buoni sotto elezioni si trovano i soldi per farne erogare ancora di più.

In un sistema sanitario simile al nostro, come il Canada, da tempo stanno invece lavorando ad una riorganizzazione della sanità che punti agli esiti e non alle prestazioni.  Ma per fare questo bisogna lavorare molto e alle basi dell’organizzazione sanitaria senza nefaste influenze politiche e clientelari e non bastano operazioni di facciata che durano il periodo di una elezione. È sugli obiettivi, sugli esiti che ci si deve confrontare, non su quante prestazioni siamo stati capaci di fare, perché se facciamo tanti esami, senza migliorare la salute delle persone avremo solo buttato via risorse di tutti. Invece in campagna elettorale si fanno apparire dal cilindro degli illusionisti del PD decine di milioni di euro per acquisire consenso, senza preoccuparsi che poi essendo impossibile mantenere in maniera strutturale questo metodo finite le elezioni si tornerà ai soliti insopportabili tempi di attesa a cui siamo abituati e si saranno buttati via 42 milioni di euro per la campagna elettorale del Pd".

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