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Bilancio 2012, Errani: "Innovazione e riduzione costi"

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, nella relazione di fine d'anno sull'attuazione del programma, svolta davanti all'Assemblea legislativa, impegnata a discutere il Bilancio 2012

“Una fase difficile, per alcuni versi critica, una condizione completamente nuova cui noi dobbiamo contrapporre misure come quelle che stiamo adottando”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, nella relazione di fine d’anno sull’attuazione del programma, svolta davanti all’Assemblea legislativa, impegnata a discutere il Bilancio 2012.

Una relazione che, disegnando uno scenario mondiale ed europeo, affronta l’iniziativa regionale di governo, con un inciso severo sulle misure del’esecutivo Monti: “Comunque la si pensi –afferma Errani – abbiamo dovuto sostenere questa manovra trovandoci sull’orlo del baratro, però indispensabile per ricollocarci in Europa. Ma ora occorre lavorare per renderla più equa su pensioni, fisco, Imu, e nessuno deve commettere il grave errore di incitare alla protesta fiscale”.

Per il presidente della Regione, “l’anima dell’azione di governo dell’Emilia-Romagna sta nel 'Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva' che abbiamo siglato alcune settimane fa”. “Il nostro bilancio è tutto finalizzato a questo – ha proseguito Errani -: continuare a semplificare e ridurre i costi gestionali nell’ottica che già ci rende un’eccellenza in Italia e allo stesso tempo lavorare su innovazione, ricerca e formazione, sulla trasformazione ecologica dell’economia, sulla qualità del welfare”. “Tutto il nostro bilancio – continua Errani – è destinato alla sostenibilità dello sviluppo, al welfare, all’occupazione e stabilizzazione del lavoro per giovani e donne, all'innovazione”.

Netto il giudizio di Errani sulla discussione che vede al centro l’articolo 18: “E’ un errore di strabismo reale, il primo problema oggi in Italia è la disoccupazione giovanile, la precarietà e gli over 50 che rischiano di essere espulsi definitivamente dal mercato del lavoro. E infine l’importantissimo tema del credito alle imprese: bisogna avere il coraggio di mettere in discussione tutte le rendite di posizione e di adottare scelte politiche, non solo tecniche per governare questo Paese”. Nella sua relazione, il presidente della Regione auspica quindi una ripresa della discussione sul federalismo fiscale, “a partire dalla legge Calderoli ma facendo i conti con la reale disponibilità delle risorse”, mentre ha sottolineato come sia “cambiata la qualità delle relazioni tra Regioni e Governo, cosa che ci ha consentito di evitare il taglio sulla sanità e di ridurre quello sul trasporto pubblico locale, seppure non siamo ancora soddisfatti sui fondi che sono stati destinati”.

Toni moderati, ma senza sconti a Vasco Errani, dai banchi del Pdl. Al capogruppo Luigi Giuseppe Villani è spettato il compito di fare un’analisi del panorama europeo e italiano, da cui è emersa la constatazione che “un problema di democrazia s’affaccia all’orizzonte”. Viviamo in una condizione nuova - ha spiegato - che è internazionale e ha preso avvio principalmente da due rivoluzioni: la globalizzazione e l’esplosione produttiva di paesi emergenti. E’ anche evidente che “si sta cercando di imporre un nuovo ordine mondiale”, in cui l’Europa è il soggetto debole, e che emergono, come ha detto Errani, due problemi nodali, l’acqua e il cibo, a cui Villani aggiunge il terzo, quello dell’energia. Da qui una critica al presidente della Regione, quando ha paventato, in questo contesto, l’ineluttabilità dei movimenti migratori di popoli. Il capogruppo del Pdl ha contestato il fatto che il flusso immigratorio sia inevitabile, anzi deve essere contrastato, a livello nazionale, come regionale, in particolare con politiche a favore della famiglia che, in Emilia-Romagna, non si concretizzano per motivi ideologici. Ed è sempre Villani che ha ripreso Errani, accusandolo di fare promesse senza costrutto, quando fa intravvedere la possibilità che il governo Monti non confermi i tagli per la sanità previsti dal precedente governo, pari a 2 miliardi e mezzo, o aumenti i finanziamenti al Tpl. Con la manovra dell’attuale esecutivo nazionale – ha detto – sarà ben difficile evitare questi tagli.

A puntare il dito su un welfare da “rivisitare completamente” è stato poi Marco Lombardi, che ha richiamato Errani sulla scarsa coerenza tra quello che afferma e ciò che realizza in concreto. E’impossibile - ha detto l’esponente del Pdl – continuare a rispondere alle richieste di welfare e di sanità in modo illimitato perché non ci sono risorse senza limite e lo scotto da pagare sarebbe quello di aumentare la tassazione, pesando proprio sulle fasce a rischio. Lombardi ha poi parlato di una “debolezza della politica” che ha consentito la “degenerazione della finanza” ed è quindi indispensabile “ragionare insieme per ridarle dignità”. Il consigliere ha anche ripreso un passaggio di Errani che aveva parlato di “combattere le rendite di posizione”, criticando la scarsa coerenza di una Regione che, nel suo bilancio, perpetua e difende da anni cospicue rendite di posizione. Dubbi di Lombardi anche sul modo di applicare il principio di sussidiarietà in questa regione e sul ruolo scarsamente costruttivo di Errani nel suo ruolo di presidente della Conferenza Stato-Regioni, dove ha svolto più un’attività sindacale antigovernativa, naturalmente in chiave anti-berlusconiana.

E’ stato, poi, Andrea Pollastri, che, toccando i temi più stringenti dell’attualità regionale, ha sollecitato Errani a ridurre, in futuro, “lievemente” le imposte e a promuovere iniziative per ovviare alla lentezza dei pagamenti da parte della P. A., che concorre a “frenare” lo sviluppo delle imprese. Stiamo poi attenti - ha aggiunto - alla situazione della sanità e al continuo ripiano nella gestione delle Asl: è necessaria infatti la massima vigilanza sulla correttezza degli amministratori. Pollastri ha poi citato la questione dei ticket, la cui applicazione “più equa” rimane ancora un problema irrisolto, come il problema delle Asp, con i costi di gestione troppo alti, che non è stato ancora esplicitato a dovere dalla Regione. Tra i nodi toccati, anche il lavoro giovanile e il tema della formazione che dovrebbe diventare più flessibile, come in Lombardia. Attenzione poi alla microcriminalità, ai territori montani e a una giusta ricollocazione delle risorse per i beni culturali che non devono essere destinate solo ai “soliti enti”. Insomma, c’è del buono, ma, in tempi di ristrettezze, anche tanto da rivedere.

Errani,  nella replica che chiude il dibattito in Assemblea legislativa aperto dalla sua relazione sull’attuazione del programma, rimarca la sua volontà di suscitare una discussione che possa servire all’intera Assemblea per cogliere e sperabilmente condividere le nuove priorità prodotte dall’attuale crisi di sistema. Non una fuga dalle concrete scelte regionali, dunque, ma uno sforzo per delineare il nuovo contesto in cui si tratta di operare efficacemente; a volte in continuità, a volte in discontinuità con le scelte compiute in questi anni.

Fra le scelte più rilevanti, Errani ricordato come questa Regione abbia liberato più risorse di qualsiasi altra rispetto al Patto di stabilità, “innervando un sistema di investimenti sul territorio, con la massima cooperazione fra i diversi livelli istituzionali”. Rivendica poi il protagonismo “di questa Regione nella difesa di migliaia di posti di lavoro, salvati dalla strategia sugli ammortizzatori in deroga, che si è rivelata ben più utile di certe scelte unilaterali, come quelle della Fiat, i cui risultati appaiono ogni giorno più negativi”.

Il presidente della Giunta ricorda anche le scelte innovative compiute per la difesa della legalità, senza negare il rischio di infiltrazioni criminali, tanto più concreto, data la ricchezza di questo territorio. Altre azioni innovative sono state assunte sul trasporto locale, la sanità, le linee guida sulle energie rinnovabili, l’accreditamento e la sussidiarietà alla base del nuovo welfare. Si tratta di azioni che trovano conferma ora, nel pieno della crisi, mentre tanti convergono sul fatto che il welfare costituisca una componente essenziale di ogni politica per la crescita.

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