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Bilancio di previsione 2019–2021: cala la spesa corrente per il Comune di Rimini

Sul fronte fiscale abbassamento delle rette per le mense scolastiche e mancato aumento della Tari; calo da 5,5 milioni di euro nelle multe

Il Comune di Rimini ha perso dal 2008 a oggi oltre 31 milioni di euro per il suo bilancio. Nonostante ciò, il previsionale 2019, rispetto a quello dello scorso anno, presenta un calo di spesa corrente di circa 1,3 milioni di euro. Il segno che "abbiamo fatto un buon lavoro", spiega questa mattina in commissione l'assessore competente Gian Luca Brasini, che incassa il via libera a maggioranza alla delibera con 15 voto favorevoli e tre contrari. Dunque, entra nel dettaglio dei numeri, dal 2008 il taglio dei trasferimenti statali ammonta a 22 milioni di euro. Ai quali si aggiungono altre sforbiciate "occulte" per mancati o parziali rimborsi per cinque milioni di euro, di cui uno riferito alle piattaforme Eni; senza dimenticare i 4,4 di spese per il Tribunale che lo Stato intende rimborsare per circa un quarto, 1,2 milioni di euro, con ricorso di Palazzo Garampi già depositato. Nell'ultimo decennio, prosegue l'assessore al Bilancio, c'è stata "una svolta epocale": se nel 2008 Stato ed enti terzi finanziavano oltre il 28% delle entrate correnti, nel 2019 si scende al 9%. Entrate correnti che ammontano a 186,8 milioni di euro, 2,4 in più rispetto al 2018. Con una "buona perfomance" sul recupero dell'evasione e un crollo da 5,5 milioni di euro degli incassi da multe. Più precisamente: 128,5 milioni di euro di entrate tributarie e recupero evasione, in aumento di 4,2 milioni; 14,6 da trasferimenti, in aumento di 1,4; 41,3 di entrate extra tributarie, in calo di 3,7; 3,5 milioni di euro da concessioni edilizie, su di 1,1.

Le risorse disponibili al 24% vanno in sviluppo sostenibile e tutela dell'ambiente; il 17% a servizi istituzionali, generali e di gestione; il 15% a politiche sociali e per la famiglia; il 10% in diritto allo studio; l'8% a trasporti e mobilità; 7% in fondi e accantonamenti, 10 milioni di euro. Numeri alla mano, sottolinea Brasini, dunque, la spesa "rigida" supera i 140 milioni di euro, di cui oltre 45 vanno nel personale; quella "comprimibile" i 43 milioni di euro. Per quanto riguarda la copertura dei servizi a domanda individuale, la refezione scolastica costa 4,3 milioni di euro circa e ne incassa 3,3, con una copertura del 76%; per i nidi 6,8 milioni di euro di costi e un milione di ricavi, 16%; per le manifestazioni culturali e gli spettacoli 1,8 milioni di euro di costi e 937.000 euro di ricavi, 51%; per musei, pinacoteche e mostre, rispettivamente 1,5 milioni e 237.500 euro, 15%; per gestione cinema e teatri, con ancora escluso il Galli che dovrebbe generare un disavanzo di circa 800.000 euro all'anno, 1,9 milioni di costi e circa mezzo milione di ricavi, 26%; per i 79 impianti sportivi 3,1 milioni di euro e 842.000 euro, 26%; per i parcheggi, 920.000 euro e 3,3 milioni, 358% per una copertura media di circa il 50%, 10,2 milioni di euro su 20,5. "Rispetto ad altri Comuni un indicatore alto", a conferma di una "gestione virtuosa". Dal bilancio emerge anche una riduzione del debito, che scende a 91,2 milioni di euro dai 141,3 del luglio 2011. Pesano invece i 70 milioni di euro accantonati dal 2016 nel fondo per crediti di dubbia esigibilità. Così come il "più alto tax gap regionale", vale a dire la differenza tra ciò che dovrebbe essere riscosso e l'insoluto. Infine per il 2019 gli investimenti superano i 46 milioni di euro, di cui 26,6 di risorse proprie e 19,7 di enti terzi. 

Dal sensibile abbassamento delle rette per le mense scolastiche, che dovrebbe arrivare nel 2019; al mancato aumento della Tari. Primo round su bilancio previsionale del Comune di Rimini questa mattina in commissione, con gli assessori al Bilancio Gian Luca Brasini e alla Scuola Mattia Morolli a rispondere ai quesiti dei consiglieri. La copertura del 16% del costo dei nidi è "una scelta politica", argomenta il secondo, senza dimenticare che sono stati recuperati 800.000 euro di evasione su rette e mense. Sull'esternalizzazione, oltre il 30% nel tre-sei anni; e il 15% nello zero-tre "ci dovremmo fermare"; mentre per la mensa, con il bando della scorsa estate, per il quale entro natale arriverà la sentenza sui ricorsi, ci sarà "un sensibile abbassamento ella retta" per entrambe le fasce. Sulle rette, invece, nessun aumento grazie ai 750.000 di fondi dalla "Buona scuola", di cui 400.000 alle paritarie, e il restante per l'handicap. Sulle coperture dei servizi, aggiunge il collega Brasini, per gli impianti sportivi è "gia' buona", mentre i teatri sono "sempre in forte disavanzo". Sulla Tari, prosegue, "non pensiamo a un aumento" dopo quelli "contenuti" degli anni passati. Tuttavia "l'insoluto è un problema di comunità: tra stagionalità e turn over per gli alberghi ammonta a due milioni di euro". Il calo da 5,5 milioni di euro nelle multe si deve alla mancata installazione di autovelox, mentre 400 mute dello speed scouting sono state annullate perchè era in prova. Infine in tesoreria il Comune detiene oltre 51 milioni di euro. 

Particolarmente agguerrito Gennaro Mauro del Movimento nazionale per la sovranità, le cui tante domande irritano Mirco Muratori di Patto civico: "Si deve venire preparati", gli consiglia, beccandosi in risposta "sei un pagliaccio" ed "è uno scandalo che sei vicepresidente della Provincia". Cui ribatte con: "Freud la definirebbe invidia del pene". Mauro stigmatizza tra l'altro la mancanza di un direttore per i musei e l'errore "molto grave" sulla previosne delle multe; e punta il dito contro i 200 albergatori che non pagano la Tari; chiedendo inoltre di creare dei piccoli parcheggi scambiatori e di dclinare meglio come è utilizzata la tassa di soggiorno. Mario Erbetta del Gruppo misto chiede di fare di più sulla spending review, mentre Matteo Zoccarato della Lega rimarca che il fondo sentenze viene utilizzato perche' "prendiamo bastonate a destra e a manca".

Il Comune di Rimini non ha nessuna intenzione di dismettere, come da rilievi ritenuti erronei da parte della Corte dei conti, la partecipata Rimini Holding. Holding che chiude il 2018 con un utile di 2,49 milioni di euro. Aggiornamento del piano di razionalizzazione delle partecipate e bilancio della Holding, licenziato entrambi con 11 voti favorevoli e sei contrari, sono al centro dei lavori della commissione di questa mattina. La Holding "è più che detenibile", spiega l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini, anche "perchè dà i vantaggi del consolidato fiscale e ha una funzione di cusinetto tra partecipate e Comune". Nel 2016 la perdita si deve alla mancata contabilizzazione di oltre quattro milioni di euro di dividendi. Bilancio alla mano il 2018 si chiude con un utile dopo le imposte di quasi 2,5 milioni di euro; il 2019 di oltre 3,2 milioni; nel 2020 oltre 4,4 così come nel 2021. Sono tre le società che contribuiscono in gran parte: Hera con dividendi per 1,86 milioni di euro nel 2019; Romagna Acque con 520.000 euro; Anthea con 499.000. Della multiutility si metteranno in vendita al massimo 750.000 delle azioni libere, per 1,8 milioni di euro di incasso stimato, per estinguere il mutuo con Monte dei Paschi di Siena. Il debito ammonta a tre milioni di euro e negli ultimi esercizi ne sono stati estinti 6,3. "Nel giugno 2023 si arriverà alla totale estinzione", assicura Brasini. Sul fronte delle partecipate, oltre alla vendita di Amfa per circa 2,3 milioni di euro, e all'aggregazione di Amir in Romagna Acque, spiega Brasini, c'è la messa in liquidazione di Rimini Reservation. 

I rilievi della Corte dei conti riguardano Rimini congressi e Start Romagna, per le quali Palazzo Garampi sostiene però che non ci sia controllo pubblico congiunto non essendoci alla base un patto parasociale vincolante. Questione che si allarga anche alla controllata di Romagna Acque, Plurima, anch'essa detenibile. Pure la Holding ha "due elementi di potenziale non detenibilità": il numero di dipendenti inferiore a quello degli amministratori, ma in realtà "affitta al Comune due risorse umane"; bilanci in perdita, ma dal 2018 è "ampiamente" in utile. Rispondendo alle domande dei consiglieri, il titolare al Bilancio precisa inoltre che il futuro di Rimini Terme si divide tra la funzione pubblica, con il Polo del benessere alla colonia novarese con Ausl Romagna e Università di Bologna; e privatistica con la collocazione sul mercato. Per il centro agroalimentare Caar, prosegue, c'è una bozza di accordo sulla gestione comune dei tre regionali, Rimini, Parma e Bologna. Infine Rimini Congressi va verso l'assorbimento della Società' del palazzo.
(Agenzia Dire)

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