rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Case dell’acqua, spese nel mirino. L'assessore: "Soldi ben investiti"

Sulla questione delle case dell'acqua prende la parola l'assessore all'Ambiente del Comune di Rimini Sara Visintin: "Ho avuto in più occasioni modo di rispondere ai dubbi sollevati dal consigliere Gioenzo Renzi"

“Che la scelta di un’Amministrazione comunale di investire soldi pubblici per garantire un servizio pubblico possa diventare oggetto di una segnalazione alla Corte dei Conti lascia abbastanza perplessi". Sulla questione delle case dell'acqua prende la parola l’assessore all’Ambiente del Comune di Rimini Sara Visintin: "Ho avuto in più occasioni modo di rispondere ai dubbi sollevati dal consigliere Gioenzo Renzi sulla scelta del Comune di installare le casine dell’acqua sul territorio comunale attraverso collaborazione con Hera, Romagna Acque Società delle Fonti e Amir".

"Ma - prosegue - oltre ad entrare nel dettaglio del progetto voglio rivendicare con forza un principio: non si tratta di soldi buttati al vento, ma di un investimento di soldi pubblici per offrire ai cittadini un servizio pubblico, garantendo l’accessibilità gratuita ad un bene primario come l’acqua e allo stesso tempo promuovendo i temi di sostenibilità ambientale e la sensibilizzazione all'utilizzo dell'acqua di rete. I primi tre distributori al Villaggio Primo Maggio, all’ingresso del Parco Ausa e al Parco Alcide Cervi sono stati apprezzati dalla cittadinanza e per questo motivo abbiamo deciso di ampliare il servizio aggiungendo altre quattro case dell’acqua a Santa Giustina, Viserba, Rivazzurra e Miramare, andando così a coprire l’intero territorio".

Entrando nel merito delle osservazioni del consigliere Renzi, Visintin evidenzia che "la spesa sostenuta dall’Amministrazione è destinata agli interventi di riqualificazione delle aree dove sono posizionate le ‘case dell’acqua’, come ad esempio impianti di illuminazione o il posizionamento di panchine. Il Comune, in questo caso proprietario delle casine, recupera i guadagni epurati dai costi di gestione e ha deciso di ridestinarli all’installazione dei quattro nuovi distributori (si tratta di poco più di 24mila euro). Le restanti risorse sono a carico degli altri enti che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per il progetto Sorgente Urbana, ovvero Hera, Romagna Acque Società delle Fonti, nell’ambito delle loro politiche aziendali di comunicazione e di promozione dei temi di sostenibilità ambientale. Soldi pubblici finalizzati ad altre spese, spesi invece per erogare un servizio pubblico di reale caduta sul territorio".

"L’eventuale scelta di affidare a privati l’installazione delle case dell’acqua, che quindi sarebbero poi state di loro proprietà, non avrebbe avuto ‘costo zero’ per il Comune, come invece sostiene il consigliere Renzi - continua l'assessore -. La proposta arrivata sul tavolo dell’Amministrazione Comunale da parte del privato richiamato prevedeva infatti che il Comune si facesse carico degli allacci idrici ed elettrici, della concessione dell’utilizzo del suolo pubblico, di eventuali opere murarie per il posizionamento delle strutture, degli oneri di pubblicità del servizio e della pulizia esterna. E’ vero che il privato ha avuto l’incarico di installare le case dell’acqua anche in Comuni della nostra Provincia, ma è altrettanto vero che nei territori vicini (vedi Forlì, Cesena, Ravenna) si è deciso di perseguire la stessa strada presa a Rimini, gestendo direttamente il servizio. Ricordo che l’acqua liscia è distribuita gratuitamente (a differenza di quanto avviene in quelle installate dal privato), mentre quella frizzante al costo di 5 centesimi di euro al litro".

Aggiunge Visintin: "L’acqua erogata dalla pubblica rete è buona, sicura e controllata ed è economica. Non è trattata, mantiene inalterata i contenuti di sali minerali, la qualità è costantemente verificata da Romagna Acque e da Hera, che controllano che l’acqua captata ed erogata dagli acquedotti sia salubre e conforme ai requisiti previsti dalla normativa vigente. Gli esiti dei controlli sono pubblicati periodicamente anche on line sui rispettivi siti internet". Quindi viene ricordato qualche dato a sottolineare la valenza pubblica del progetto: "l’installazione delle prime tre case dell’acqua ha portato ad un risparmio energetico di 915 kWh/anno, una riduzione di 235 tonnellate CO2/anno e un risparmio economico di 183mila euro. Al 2020, con i nuovi distributori, è stimato un risparmio di 300 mila euro circa per le famiglie riminesi e 1.200 bottiglie in plastica risparmiate. Motivi per cui mi sento di rivendicare che quelli per le case dell’acqua sono soldi ben spesi, negli obiettivi complessivi di risparmio energetico, riduzione CO2 e promozione dell'acqua di rete come previsto anche all'interno del nostro Piano di Azione per le Energie Sostenibili”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Case dell’acqua, spese nel mirino. L'assessore: "Soldi ben investiti"

RiminiToday è in caricamento