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Elezioni, Ada Di Campi: "La scuola ha priorità che non hanno a che vedere con la propaganda gender"

Il candidato sindaco del Popolo della Famiglia: "Vigileremo sull'educazione dei bambini e ci batteremo per la lotta contro la droga tra i giovani"

Il candidato sindaco Ada Di Campi, il Popolo della famiglia, risponde alla lettera aperta del “Comitato genitori Rimini”, che si era rivolto pubblicamente ai candidati sindaci presentando alcune richieste sui problemi della scuola nella nostra città. "Problematiche che il Popolo della Famiglia ritiene condivisibili - afferma Ada Di Campi -. Prima di tutto l’Amministrazione deve farsi carico di verificare e migliorare le condizioni di sicurezza degli edifici, anche in termini di inquinamento acustico e atmosferico, garantendo che le strutture siano sufficienti in termini di posti disponibili, ben distribuite sul territorio e con mense scolastiche che offrano un’alimentazione di qualità. L’Amministrazione deve garantire pari opportunità per tutti. Le condizioni economiche non possono costituire una discriminante, pertanto gli standard qualitativi della scuola pubblica e privata devono essere i medesimi. D’altra parte, il Popolo della Famiglia si batte per la libertà di scelta educativa attraverso l’erogazione di contributi o mediante sgravi contributivi per quelle famiglie che, collocate in una determinata fascia di reddito, vorrebbero mandare i propri figli in una scuola paritaria ma non se lo possono permettere".

Di Campi evidenzia inoltre che si impegnerà con interventi per la lotta sulla diffusione della droga nelle scuole: "sappiano i genitori che gli esponenti della politica permissiva e antiproibizionista non si curano del problema e intervengono sui giornali solo per gettare cattiva luce sugli interventi delle forze dell’ordine, le quali svolgono un importante ruolo di vigilanza e prevenzione per la protezione dei ragazzi e a garanzia delle famiglie. Sappiano ancora i genitori che i bambini e i ragazzi corrono anche il serio pericolo dell’inquinamento ideologico. Con il pretesto della “lotta al bullismo e alla discriminazione”, associazioni LGBT vogliono portare nella scuola la propaganda “gender”, tesa a confondere il processo di acquisizione dell’identità sessuale dei ragazzi. Se andremo al governo della Città, faremo in modo che venga siglato un patto educativo tra scuola e famiglia per proteggere i bambini e i ragazzi dall’indottrinamento pseudo-scientifico e da forme sbagliate di educazione sessuale". 

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