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Elezioni, Marzio Pecci contro Gnassi: "Abbiamo candidato solo persone con i certificati penali puliti"

Il candidato della Lega Nord: Il sindaco uscente ha spento la luce della legalità e della sicurezza"

Un incontro a 360° sul tema della legalità. Un appuntamento dedicato a uno dei punti cardine del programma di Marzio Pecci, candidato sindaco alle elezioni del 5 giugno per la Lega Nord. Mercoledì 1° giugno Pecci e tutta la coalizione che lo sostiene si sono ritrovati all'Hotel Columbia in un confronto aperto con i cittadini, in cui i candidati al consiglio comunale hanno mostrato i certificati dei propri carichi pendenti. L'avvocato Pecci ha inoltre ricordato che il "sindaco attuale è indagato, l'aeroporto è fallito con un crac di 53 milioni di euro, il Palacongressi ha 60 milioni di debiti e la nuova questura ha sulle spalle un fallimento per 10 milioni".

L'avvocato Pecci ribadisce che Rimini necessita un cambiamento, abbiamo ritenuto necessario dedicare un apposito evento al tema della legalità, che si pone come primario nel nostro programma, che vede appunto il cittadino al centro. L’amministrazione della cosa pubblica nell’interesse dei cittadini richiede infatti legalità e trasparenza. In linea con le determinazioni assunte dalla Commissione bicamerale per il contrasto alle mafie, presieduta dall’Onorevole Bindi, abbiamo candidato solo persone di piena onorabilità e con i certificati penali puliti, che oggi siamo stati fieri di mostrare. Io stesso, come candidato sindaco, ho aderito all’iniziativa “Sai chi voti”, offrendo agli elettori tutte le notizie utili sulla mia persona. Così come osservato dalla Commissione Antimafia, è necessario innalzare la soglia di protezione delle istituzioni, soprattutto locali, perché sono la porta di ingresso della criminalità, ed è doveroso altresì che la conoscenza delle situazioni giudiziarie di coloro i quali si candidano a rappresentare la comunità territoriale esca da una dimensione privata, per entrare a far parte a pieno titolo di un sistema di conoscenze a disposizione della collettività. Ecco perché, in applicazione dei criteri della Commissione, abbiamo chiesto a chi si voleva candidare con noi di rendere pubblica la propria situazione giudiziaria e di dimostrare di non avere condanne penali, né patteggiamenti, né richieste di rinvio a giudizio o citazioni a giudizio o applicazione di misure di prevenzione patrimoniale. Come sappiamo l’indagine parlamentare appena conclusa si è dovuta limitare alle amministrazioni sciolte per mafia e a Roma, ma se si fosse esaminata anche la posizione del candidato sindaco Andrea Gnassi, lo si sarebbe giudicato impresentabile, perché privo dei requisiti previsti dal Codice di autoregolamentazione, essendo imputato per reati di associazione a delinquere, bancarotta, abuso d’ufficio, false comunicazioni sociali, con applicazione di misure di prevenzione patrimoniale in relazione al crack Aeradria, in cui il sindaco e i suoi sodali si sono mangiati ben 53 milioni di euro. La Giunta si deve costituire parte civile entro l’udienza del 10 giugno, a pena di decadenza rispetto a quegli imputati che sceglieranno i riti alternativi. Si tratta di situazioni imbarazzanti ed insostenibili, che i Riminesi non meritano e non possono tollerare, come lo sono anche i procedimenti in corso per Acquarena e Tecnopolo, su cui Gnassi mantiene un silenzio colpevole. Stamane il ministro Orlando ha twittato che oggi sarebbe stato in Emilia Romagna per sostenere i candidati sindaci del Pd; gli abbiamo chiesto se avrebbe sostenuto anche l’imputato Gnassi, ma non ci ha risposto. Rimini è oggi una città buia perché Gnassi ha spento la luce della legalità e della sicurezza. Noi la riaccenderemo e Palazzo Garampi sarà illuminato dalla luce della trasparenza, e sarà la casa di vetro dei riminesi. Vi invito ad andare a votare, cari cittadini, perché per la prima volta potrete scegliere tra un imputato ed un uomo onesto".

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