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Errani assolto, Vitali e Gnassi: "sentenza riporti serenità"

Il Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, e del Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, commentano la sentenza di assoluzione del governatore dell'Emilia Romagna

“Esprimiamo soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda giudiziaria riguardante il presidente Vasco Errani, il quale ha dimostrato la sua completa estraneità rispetto agli addebiti contestatigli come testimonia la stessa motivazione della sentenza di assoluzione". Così il Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, e del Sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, commentano la sentenza di assoluzione del governatore dell'Emilia Romagna.

"Non avevamo dubbi circa tale esito finale, conoscendo personalmente la qualità e i valori dell’uomo, del politico e dell’amministratore - continuano Vitali e Gnassi -. Questa decisione del Tribunale di Bologna dovrà servire anche e soprattutto a riportare serenità sull’attività di Governo regionale, atteso nei prossimi tre anni a sfide difficili, molte delle quali riguardano il futuro del territorio riminese. Sapere che Vasco Errani continuerà a sovrintendere senza alcuna ombra alle sfide che aspettano l’intera comunità regionale, è garanzia di imparzialità e conoscenza piena di aspettative e problematiche”.

"La piena assoluzione è l'attesa conferma di ciò che sapevamo e della fiducia che da sempre riponiamo nel presidente della nostra Regione e nella Magistratura italiana - afferma il segretario provinciale del Pd, Emma Petitti -. Da questa vicenda escono rafforzati l’integrità e l’alto profilo istituzionale del nostro governatore, la cui opera di amministratore e politico si è sempre contraddistinta per avere l’interesse pubblico quale punto di riferimento e unico obiettivo".

"Con questo si pone fine anche alla campagna denigratoria avviata da alcuni nei confronti del presidente Errani, dell'operato della Regione e del Partito democratico - continua Petitti -.  E l'assoluzione del nostro governatore rappresenta la risposta più efficace a quell'antipolitica e a quel populismo che cercano di mettere tutti gli esponenti della politica e la nostra classe dirigente nello stesso calderone, con l'etichetta 'tutti ladri'. No, non ci stiamo: non siamo tutti uguali".

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