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Femminicidio, la parlamentare riminese Petitti si fa carico di una legge

La parlamentare del Pd, Emma Petitti sottolinea che "il femminicidio è un'emergenza politica che il Parlamento è chiamato ad affrontare in tempi strettissimi

“Uccise a coltellate, strangolate, sfigurate con l'acido, picchiate, sfruttate. Le cronache di questi giorni mostrano con un'evidenza drammatica come nel nostro Paese - e il nostro territorio non è immune - non esista solo l’emergenza economica". E' quanto evidenzia la parlamentare del Pd, Emma Petitti, sottolineando che "il femminicidio è un'emergenza politica che il Parlamento è chiamato ad affrontare in tempi strettissimi, la violenza sulle donne resta un problema a cui il governo deve dare al più presto risposta".

Petitti si fà carico insieme alle altre parlamentari del Partito democratico (tra cui la filosofa di genere Michela Marzano) e al fianco della rete “Se non ora quando?”, di ripresentare alla Camera il disegno di legge contro il femminicidio proposto dal Pd nella scorsa legislatura. "L’approvazione rapida di questa legge sarà un importante passo verso un’Italia più civile ed europea - evidenzia l'esponente democratica riminese -. Il provvedimento introduce aggravanti per i delitti contro le donne e prevede misure di prevenzione, sensibilizzazione, educazione e assistenza".

"Crediamo - aggiunge Petitti - che sia fondamentale introdurre nell'ordinamento italiano questo importante strumento di prevenzione e lotta a un fenomeno di natura ancora soprattutto culturale. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà. Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla".

Conclude la parlamentare riminese: "E' inoltre necessario dare corso alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il cosiddetto femminicidio e la violenza di genere, sottoscritta nel 2012 e bloccata a causa del termine della legislatura. Si è trattato di un atto importante: la Convenzione è, infatti, fondamentale per la prevenzione e il contrasto dei femminicidi, perché definisce e punisce la violenza contro le donne basata sul genere, enfatizzando il carattere discriminatorio di ogni violenza diretta contro la donna in quanto tale”.

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