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Gnassi incontra Passera: lungomare e futuro dell’aeroporto

Lunedì il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi ha incontrato,all'interno del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera

Lunedì il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha incontrato- presso lo stand che Comune, Provincia e Camera di Commercio di Rimini hanno allestito all’interno del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli- il Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. Durante il lungo incontro, il Sindaco ha sottoposto al Ministro prospettive e problematiche relative alla riqualificazione della città di Rimini, attuando gli interventi contenuti nel Piano Strategico e nelle Linee di Mandato, a partire dai lungomari; al Piano Nazionale per le Città; al futuro dell’aeroporto; ribadendo in ogni caso la posizione dell’Amministrazione comunale su Spending Review, riordino istituzionale e dei servizi periferici dello Stato.

La premessa di Andrea Gnassi è stata quella legata al lavoro di pianificazione ‘operativa’ che l’Amministrazione sta predisponendo attraverso la concretizzazione del cosiddetto ‘Anello Verde’. Un lavoro che parte e si sviluppa incrociando la pianificazione Strategica con le linee di mandato del Sindaco e la programmazione provinciale e regionale. Si tratta di un processo già consolidato nelle realtà avanzate europee ma ancora pressoché inedito nel panorama nazionale di una nuova via allo sviluppo sostenibile e equilibrato del territorio. Peraltro sul tema dell’innovazione sia metodologica che dei contenuti è continuato il confronto tra il Sindaco e il Ministro che in più occasioni ha chiesto chiarimenti e approfondimenti.

Da segnalare una certa sorpresa da parte del Ministro quando, entrando nello specifico, si è giunti a parlare dei lungomare e del fatto che ad oggi ogni intervento di riqualificazione è nei fatti inibito dalla proprietà Statale degli stessi. Il Sindaco ha infatti voluto rappresentare a Passera la “situazione paradossale in cui un progetto strategico per il futuro di questa città sia oggi frenato, nei tempi e nei modi, da iter burocratici e atteggiamenti estenuanti e francamente incomprensibili, soprattutto per chi, nonostante la crisi paurosa, avrebbe ancora il coraggio e la voglia di investire su simili questioni”.

Infine è venuto quasi naturale affrontare il tema dell’aeroporto “che- ha spiegato il Sindaco- rappresenta per Rimini non un vezzo o un puntiglio ma un vero e proprio asset per lo sviluppo economico della nostra Città. Un asset sulla cui presenza Rimini ha contato anche nella realizzazione di interventi infrastrutturali importanti quali la Fiera e il Palacongressi. Oggi più di ieri il fattore internazionalizzazione si gioca sul fronte della logistica che in gran parte è aerea. Per questo da tempo il sistema Rimini, pubblico e privato, ha via via investito nell’aeroporto, dopo la sua smilitarizzazione, cercando di aumentare la massa critica per stare sul mercato e reggere la concorrenza, in stretto accordo con la Repubblica di San Marino che lo ha sempre individuato come proprio aeroporto di riferimento.”. La richiesta conseguente è stato che, nella prossima pianificazione in materia, il Governo tenga conto sia della funzionalità dell’aeroporto agli investimenti fatti sul territorio sia del profilo internazionale insito nel rapporto con la Repubblica di San Marino.

“La cosa che volevamo far presente al Ministro” ha detto alla conclusione dell’incontro il Sindaco Gnassi “è che chiedere di investire su Rimini, e sulla sua valenza internazionale, non è un gesto di campanilismo e di conservazione ma, al contrario un’opportunità per l’intero Paese e una scelta che premia gli sforzi di innovazione che stanno contrassegnando questo territorio. Se sinora abbiamo fatto da soli, infrastrutturando e riqualificando senza alcun aiuto da parte dello Stato a differenza di molti altri territori concorrenti, ora è necessario che questo sforzo sia tutelato e salvaguardato dall’esecutivo centrale. Parafrasando un celebre slogan ‘non chiediamo cosa possa fare Rimini per l’Italia di più di quello che ha già fatto ma semmai chiediamo cosa l’Italia possa per una volta fare per noi’. “


 

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