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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Riccione

Referendum trivelle: Fare Ambiente dice la sua

Domenica alle 21, al Palazzo del Turismo di Riccione in piazzale Ceccarini, si terrà un incontro Ppromosso dall’Associazione “Fare Ambiente”

Domenica alle 21, al Palazzo del Turismo di Riccione in piazzale Ceccarini, si terrà un incontro Ppromosso dall’Associazione “Fare Ambiente”, alla quale parteciperà, in qualità di relatore, Augusto De Sanctis, del Coordinamento “No Ombrina”, Abruzzo dal titolo: “Trivelle, perché opporsi. Dal referendum delle Regioni del 17 aprile alla strategia trivelle zero”. L’associazione “Fare Ambiente” invita la cittadinanza all’evento informativo per far conoscere e informare sui temi quali ambiente, inquinamento, politiche energetiche, occupazione. Saranno questi i temi su cui ci si deve interrogare prima di votare “ si” o “ no” al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile.

”Crediamo fermamente che si debba essere il più possibile informati -affermano i responsabili dell’associazione Fare Ambiente”-, per poter esprimere in  modo consapevole il nostro diritto al voto. Non crediamo sia utile a nessuno un voto “ideologico”, ma sarebbe, anzi, molto coscienzioso essere informati circa le conseguenze che ci saranno sia in caso di vittoria dei “si” piuttosto che dei “no”. Ci si auspica una massiccia partecipazione, sia da parte della cittadinanza che da parte delle varie amministrazioni coinvolte, poiché probabilmente anche molti di coloro che hanno già preso posizione non hanno, seppur in buona fede, ben chiaro il quesito referendario.Il referendum infatti coinvolge solo 21 delle piattaforme su un totale di 66, poiché solamente 21 sono entro le 12 miglia marine, quindi viene coinvolto solo un terzo delle piattaforme esistenti. Giova ricordare che il decreto Legislativo 152 del 2006 già proibisce l’inizio di nuove attività estrattive".

"Perciò una vittoria del “si”, sostenuta da una rete di comitati denominata “No Triv”, porterebbe, nel giro di pochi anni, al blocco delle attività estrattive, per le piattaforme entro le 12 miglia, anche nel caso le potenzialità dell’impianto non siano state sfruttate fino in fondo - proseguono -. Ma più che su questo, i sostenitori del “si” puntano su una vittoria politica, che costringerebbe l’Esecutivo a prendere decisioni coraggiose ed orientarsi ad alternative “green” e decisamente più ecologiche degli idrocarburi, cercando di colmare il gap che abbiamo verso paesi che questa svolta l’hanno compiuta da svariati anni. I sostenitori del “no”, paventano una possibile perdita di posti di lavoro, circa 40000, tra l’altro in un periodo di crisi che già ha colpito duro la nostra economia, infatti la Cgil è tra i sostenitori del “no” .Il comitato “Ottimisti e Razionali”, sostenitore del “no”, non in contrapposizione alle energie “green”, che anzi promuove, ma che, nel frattempo si dovrebbe essere realisti e auspicare un passaggio graduale dall’una all’altra forma di energia.Tra l’altro l’attività delle piattaforme, riguarda l’estrazione del metano, ovvero la forma più “ecologica” di energia fossile disponibile e che copre circa il 10% del fabbisogno nazionale. Inoltre, alla scadenza delle concessioni, per poter continuare l’attività, le compagnie dovrebbero chiedere una proroga, vincolata al VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, e solo una volta ottenuta, proseguirebbe l’attività".

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