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"Un decalogo per il jobs act": la parlamentare Pd Petitti illustra le proposte sul lavoro

"L'idea condivisibile del Jobs Act di avere un assegno di disoccupazione universale per chi perde il lavoro non va confusa e contrapposta con la Cassa integrazione - avverte Petitti -, cancellarla sarebbe una bomba sociale"

Il deputato PD riminese Emma Petitti parteciperà giovedì alla direzione nazionale del Partito democratico convocata dal segretario Matteo Renzi per illustrare le proposte sul lavoro contenute nel suo «Jobs Act». Insieme al presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, e ad altri 20 colleghi del PD, Petitti ha firmato "Un decalogo per il jobs act", con una serie di osservazioni e richieste che saranno presentate in direzione nazionale.

"Il Jobs Act per il momento è soltanto un indice - attacca la parlamentare -. E' positivo l'approccio che parte dal tema decisivo della crescita economica e da una politica industriale a sostegno dei settori strategici, tra cui il turismo, da cui ricavare ricadute occupazionali. Ma occorre evitare che la proposta del Jobs Act si traduca ancora una volta in un elenco di buone intenzioni".

Ecco perché i dubbi e i suggerimenti elaborati dal gruppo di cui fa parte Petitti sono numerosi. "Il primo punto sono le risorse: per estendere in modo universale l'indennità di disoccupazione occorrono ad esempio vari miliardi di euro: dove si trovano nell'immediato?". Per quanto riguarda la parte dedicata al lavoro è necessario chiarire quale sia il meccanismo del Contratto di inserimento a tempo indeterminato, continua la parlamentare. "E' essenziale che il passaggio alla stabilità dopo la "prova lunga" comporti la piena tutela dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. A proposito del nuovo Codice del lavoro, l'idea della semplificazione non deve diventare invece una deregolazione delle tutele. Occorrono poi specifiche politiche per l’occupazione femminile, la conciliazione famiglia-lavoro e investimenti per gli asili nido".

Il decalogo si occupa anche dei lavoratori autonomi. "Il Pd deve rivolgersi anche a questi lavoratori che rappresentano il mondo dei nuovi lavori e delle nuove professioni, garantendo semplificazione burocratica, incentivi e sgravi fiscali per chi apre un'attività, formazione e aggiornamento professionale, tutele previdenziali e della maternità". Un punto particolarmente importante e delicato è rappresentato inoltre dagli ammortizzatori sociali. "L'idea condivisibile del Jobs Act di avere un assegno di disoccupazione universale per chi perde il lavoro non va confusa e contrapposta con la Cassa integrazione - avverte Petitti -, cancellarla sarebbe una bomba sociale che getterebbe sul mercato del lavoro centinaia di migliaia di nuovi disoccupati. Bisogna invece riformare la Cassa integrazione in deroga, che ormai è una specie di indennità di disoccupazione, prevedendo un contributo delle imprese e dei lavoratori che la utilizzano".

Positivo, secondo il decalogo, che il Jobs Act affronti la rappresentanza e rappresentatività dei sindacati. "Ci sono già alcune proposte di legge di maggioranza e di opposizione e si può arrivare ad un testo unificato per risolvere il problema della presenza nei luoghi di lavoro dei delegati di tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative (nessuna esclusa) e il censimento della rappresentatività dei sindacati che hanno diritto di stipulare contratti nazionali di categoria. Ribadiamo la netta contrarietà a spostare il baricentro del modello di contrattazione verso la contrattazione aziendale. La contrattazione individuale, tanto cara al centrodestra, esporrebbe i lavoratori al massimo arbitrio. E non condividiamo la proposta del Jobs Act per la presenza di rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione: esiste già un disegno di legge del PD per introdurre comitati consultivi nelle aziende con più di 300 dipendenti".

Infine le questioni della sicurezza sul lavoro e della previdenza. "Nel Jobs Act non si parla di previdenza - rileva Petitti -. Occorre invece aprire questo cantiere per affrontare i temi della flessibilità in uscita dal lavoro verso la pensione, delle "ricongiunzioni", del garantire una pensione dignitosa per le giovani generazioni, di un tavolo di concertazione tra Governo e parti sociali sull’adeguamento delle pensioni medio-basse. Sulla sicurezza occorre proseguire il lavoro del Governo Prodi per la diffusione della cultura della sicurezza e il riordino della legislazione, e va incentivata una forte azione di contrasto al lavoro nero e all’economia illegale". "Come si vede - conclude la parlamentare -, esistono già una vasta trama di proposte legislative da utilizzare e aggiornare, e un patrimonio di elaborazione non occasionale che può irrobustire e sostanziare la proposta politica del PD orientando positivamente le scelte del Governo nei prossimi mesi".

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