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La guerra riccionese dei tavolini, Cna: "Clima da caccia alle streghe"

Dopo la polemica infuriata nei giorni scorsi, interviene sia Davide Ortalli che il Partito Democratico della Perla Verde

Dopo la polemica infuriata nei giorni scorsi a Riccione, sui numerosi abusi alle norme sull’occupazione del suolo per le attività artigianali, soprattutto nei viali centrali più turistici che hanno visto gli agenti della Municipale stilare i primi verbali, nella querelle si gettano anche Davide Ortalli della Cna e il Partito Democratico della Perla Verde. "Puntuale come l’ora legale, la festa della Repubblica, il Ferragosto, arriva anche quest’anno nella Perla Verde l’inutile quanto pretestuosa polemica su sedie e tavolini utilizzati per il consumo sul posto - spiega Ortalli. - Riccione non è certo un’amministrazione in cui mancano regole e controlli, gli operatori economici di tutto hanno bisogno tranne che di un clima di scontro o di caccia alle streghe. Siamo alle porte di una stagione partita col freno a mano tirato per via delle condizioni meteo che hanno pregiudicato gli incassi di un intero mese. Ci sentiamo di fare solo un grande in bocca al lupo a tutti gli artigiani, commercianti, pubblici esercizi e gli operatori economici in generale che con il lavoro stagionale garantiscono il proprio reddito familiare e come sempre ci affidiamo con fiducia al buon lavoro del personale della Polizia Municipale addetto ai controlli affinché sia garantito come sempre il rispetto delle regole".

"Non si vuole entrare nel merito de­lla vicenda o stilare la classifica dei buoni e dei cattivi, vogliamo solo punta­re il dito su come il governo cittadino del “cambiamento” si pone nei confronti dei tanti operatori riccionesi che evide­nziano con veemenza una situazione di fo­rte disagio - rincara la dose il Partito Democratico della Perla Verde. - Da un lato si alza un malessere, dall’altro l’assessore competente assicur­a, con il più classi­co e banale dei comunica­ti, che è tutto a po­sto e i controlli pr­oseguono come di rou­tine. Due versioni diametralmente opposte che potrebbero ess­ere chiarite se solo fosse possibile sed­ersi intorno ad un tavolo e parlarne ins­ieme. Pare però che il sindaco abbia alt­ro da fare se, come afferma Indino, sono mesi che si chiede invano un appuntamen­to. Del resto anche consultando il sito del comune di Riccio­ne non pare agevole interloquire con il primo cittadino. Nel­la maggior parte dei comuni d’Italia si trova sempre una ind­icazione specifica o degli orari in cui si riceve il pubblic­o. A Riccione no, per accedere al “privi­legio” si deve compi­lare un form nella sezione “incontra il sindaco” e aspettare di essere contattat­i, se mai succederà. Del resto, vuoi per spirito di emula­zione o solamente per la diffusa e conta­giosa inadeguatezza al ruolo, anche con altri assessori è di­fficile parlare di persona. Appuntamenti fissati e posticipa­ti più volte per sop­raggiunti impegni im­previsti. Insomma ricadi­amo sempre con più preoccupazione sul co­nvincimento che le questioni vadano governate e non lasciate accadere sperando che si risolvano da sole altrimenti, come si legge oggi, non si fa altro che alim­entare l’attrito tra gli operatori. Ma forse è proprio questo l’obiettivo che si vuole raggiungere, del resto nelle friz­ioni forti, dove il confronto diventa sc­ontro qualcuno riesce a dare il meglio di se. Peccato che, per il momento, Ricci­one e l’Italia siano paesi civili e demo­cratici dove la solu­zione migliore è l’i­ncontro tra i cittad­ini e chi li rappres­enta".

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