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Linee del bilancio 2018, Cisl e Uil: "Così non va, siamo molto preoccupati"

Paola Taddei (Cisl Romagna) e Giuseppina Morolli (Cst Uil) esprimono prima di tutto "una valutazione negativa sul metodo"

Cisl e Uil bocciano le linee del bilancio 2018. I sindacati sono stati convocati giovedì dalla giunta di Rimini alla presenza degli assessore Gian Luca Brasini, Gloria Lisi e Mattia Morolli. Paola Taddei (Cisl Romagna) e Giuseppina Morolli (Cst Uil) esprimono prima di tutto "una valutazione negativa sul metodo, infatti nonostante la sottoscrizione di accordi per definire le modalità del confronto, anche quest’anno si arriva a ridosso della approvazione del bilancio senza aver avuto confronti, vere discussioni con le organizzazioni sindacali".

"A cosa serve definire percorsi condivisi per garantire una vera partecipazione se poi questa è solo nelle parole mentre la sostanza resta quella solita della non volontà di confrontarsi con chi rappresenta decine e decine di migliaia di lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate - continuano -. A questo metodo diciamo un grande no. Nel merito del bilancio esprimiamo forte preoccupazione per la situazione finanziaria, in particolare abbiamo assistito ad una diminuzione degli introiti derivanti dalle sanzioni, che a nostro avviso erano enormi negli anni precedenti, (a danno dei cittadini riminesi), oggi si palesa la copertura con il recupero dell’evasione".

"Perché non si è fatta prima la lotta all’evasione, a tutte le evasioni, ai tributi locali ma anche alle tasse nazionali; sulla evasione Imu si dovranno recuperare molti milioni di Euro, bene perché nel 2018 non sono arrivate queste risorse? - si chiedono Taddei e Morolli -. Che le finanze del comune non siano floride lo testimonia il parziale blocco delle erogazioni ai dirigenti (ultimi 2 mesi dell’anno), forse per non evidenziare il rischio dell’equilibrio del bilancio. In una situazione di tale difficoltà verrà certamente a calare il sostegno necessario da parte del comune al rilancio della economia territoriale con grave danno per i soggetti più deboli, i lavoratori e soprattutto i giovani ed i disoccupati".

"Il comune di Rimini in questi ultimi anni non ha brillato per aver messo più risorse nel Welfare, a sostegno dei deboli, delle famiglie e dei pensionati", aggiungono i sindacati, che citano "un unico esempio: il fondo a disposizione per aiutare i soggetti in difficoltà nel pagamento della Tari è oltremodo basso,(oggi come nel 2017 ammonta a 135.000 quando la necessaria copertura per chi ne ha diritto dovrebbe crescere di 100.000) nonostante le nostre ripetute richieste tutto è rimasto inalterato, anche l’odioso meccanismo per cui le persone in difficoltà  prima Pagano  la Tari poi vengono rimborsati . Questo meccanismo iniquo è adottato solo nel Comune di Rimini".

"L’unica cosa certa è che le persone devono girare per gli uffici comunali diverse volte per poi spesso non ottenere quello a cui avrebbero diritto. Buon esempio di amministrazione al servizio dei cittadini - concludono -. Siamo molto preoccupati, quando il comune capoluogo per mantenere l’equilibrio di bilancio si affida o alle multe (poi non corrispondenti alle attese) o ad un fantomatico recupero dell’evasione ci preoccupiamo per la stabilità finanziaria e per la capacità di investimento del comune di Rimini sia nelle opere pubbliche programmate ,sia per lo sviluppo e la crescita del territorio Riminese".
 

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