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Migranti: il Comune di Rimini vuole gestire i Centri di accoglienza straordinaria

Il vicesindaco Gloria Lisi sottolinea: "Il tornaconto è zero, non c'è interesse economico"

"Il Comune di Rimini si impegnerà per aumentare i posti negli Sprar, chiedendo alla Prefettura di diminuire quelli che gestisce. Vogliamo le redini del controllo". E' l'accoglienza dei migranti nel Comune di Rimini al centro della mozione del consigliere di Forza Italia Nicola Marcello, affrontata questa mattina in commissione, che chiede l'istituzione di una commissione di controllo: "Il Comune deve dichiarare stop all'immigrazione incontrollata". E il vicesindaco Gloria Lisi, sottolinea, che nei progetti Sprar, rispetto ai Cas (i Centri di accoglienza straordinaria sovvenzionati con 35 euro a persona), "il tornaconto è zero, non c'è interesse economico", per cui "lì vedi chi è serio". Mentre nei Cas "se l'accoglienza non è fatta bene c'è un bel margine di guadagno". Il 'Lisi pensiero' è insomma presto fatto: "Se l'accoglienza è in mano alla Prefettura che li mette dove vuole, sarà sempre problematica. Anche se- aggiunge- con il nuovo prefetto ce ne sono almeno 100 in meno negli alberghi". Comunque "i Cas non vanno bene, l'accoglienza- ribadisce- vogliamo gestirla noi con gli Sprar", da dove, se un ospite non si comporta bene, può essere espulso. Ed ecco i numeri dei Cas: la cooperativa Ardea accoglie 19 persone; la Papa Giovanni XXIII 21; la Croce rossa 50, di cui otto donne e cinque bambini; la Cento fiori 42; la cooperativa Madonna della Carità 74; la Metis 43; la Cad 55; la Eucrante 52; Terre solidali 36; la Edith Stein 15; Imedia srl 23; mentre 12 sono da un albergatore. Negli Sprar ci sono invece 40 posti per adulti, di cui 39 occupati, e 18 per i minori, suddivisi tra San Lorenzo in Correggiano, via dell'Abete, via Milazzo e via Santa Chiara. Dunque in tutto sono ospitate circa 500 persone.

Nei Cas i costi sono di 35 euro a persona a cui si toglie Iva, ribasso d'asta e pocket money; negli Sprar c'è un piano finanziario: la stessa cifra per persona, circa 35 euro, ma tutto è rendicontato. E sono previste spese per il personale; 10 ore di lingua italiana; mediatori qualificati; integrazione tramite tirocini formativi, corsi e contributi all'uscita. "Manca trasparenza e la prima a non esserlo è la Prefettura: con la rendicontazione si taglia il business anche nei Cas", commenta Gioenzo Renzi di Fratelli d'Italia, rimarcando che si spendono "12 milioni di euro all'anno in accoglienza, 6,6 nel Comune di Rimini e cinque in provincia, è pazzesco". E' necessario, aggiunge Gennaro Mauro del Movimento nazionale per la sovranità, "uno sforzo politico per coinvolgere le associazioni e migliorare i Cas". Per Matteo Zoccarato della Lega Nord non è la soluzione giusta: "Importiamo mano d'opera di bassa qualità ad altissimi costi" e sugli Sprar "quello che manca lo aggiunge il Comune". Mentre sposa l'idea della commissione di controllo Filippo Zilli di Obiettivo civico: "Nei Cas alcun lavorano bene, altri male". E tra questi ultimi c'è la cooperativa Cad, sottolinea dalla maggioranza Mirco Muratori di Patto civico, e infatti a Miramare alcuni residenti pensano a "un esposto in Procura se la situazione non cambia. La struttura è gestita malissimo e nessuno controlla, serve un organismo ad hoc". Per Kristian Gianfreda di Rimini attiva, infine, sottolinea che "i Cas sono una risposta imperfetta ma necessaria", ma ci sono "masse di persone gestite male".
(Agenzia Dire)

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