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Multe ai locali e ai clienti, Pecci (Lega): "Bisogna cambiare le regole, non c'è coerenza tra giorno e notte""

"Di giorno le persone si incontrano in spiaggia e si abbracciano, mentre, dopo il tramonto, viene detto loro di stare a distanza pena il pagamento di sanzioni"

"C’è un Paese del dopo Covid19 che è tornato alla normalità: è quello dell’imprenditoria privata, dei professionisti, dei commercianti, degli artigiani, insomma di quelli che devono pagare mensilmente Iva, Irpef, Imu, Tari, Tasi, Inps, Inail, chi più ne ha più ne metta, poi c’è un altro Paese, quello del settore pubblico, dei dipendenti che, durante il lockdown, hanno continuato a prendere lo stipendio, quelli dello “smart working” o “home working” che, invece, stenta a ripartire e sta frenando la ripresa dell’economia nazionale. Con queste parole Marzio Pecci, capogruppo della Lea Nord al Consiglio Comunale di Rimini, interviene in seguito alle multe fioccate durante il weekend ad alcuni locali e clienti che non hanno rispettato le misure anticontagio.

"Uffici comunali, provinciali, regionali, Ministeri, Tribunali, continuano a funzionare parzialmente come se fossimo ancora in lockdown; stentano a ripartire, accusano i protocolli sanitari e alla fin fine sperano che tutto continui così fino in autunno quando sarà possibile una “ricaduta” del Covid19. La situazione economica locale è drammatica: bar, negozi ed alberghi ancora chiusi. Dopo cinque mesi – continua Marzio Pecci –  dai primi casi di contagio da “coronavirus”, è giusto rivedere i protocolli sanitari che sono da ritenersi già vecchi e superati visto che la gente ha ripreso a muoversi. In questo ultimo week end, infatti, abbiamo assistito in Italia a code di turisti, al Nord come al Sud, strade ed autostrade intasate, eccesso di passeggeri sui treni, spiagge e ristoranti pieni (tutti senza mascherina)".

Rincara Pecci: "Dopo cinque mesi di imprese ferme e locali vuoti, che hanno comportato gravi ripercussioni sull’economia, avevamo chiesto all’Amministrazione Comunale ed alle Autorità di consentire la ripresa delle attività imprenditoriali “liberamente” evitando controlli troppi zelanti e facendo appello al buon senso di chi ricopre ruoli di responsabilità. Purtroppo, come sempre accade, il mondo reale va in una direzione e la burocrazia dalla parte opposta. Leggiamo sulla stampa che nel week end sono stati multati baristi e clienti e che molti locali sono finiti nei guai, soprattutto i locali della movida, perché i clienti non rispettavano le distanze di sicurezza. Se così stanno le cose occorre che il Sindaco intervenga subito, presso il Presidente della Regione, per chiedere la modifica dei protocolli sanitari che rispettino le esigenze dei cittadini e degli imprenditori (magari copiando la circolare del Presidente della regione siciliana, Musumeci, che esonera il titolare del locale dalle responsabilità)".

Pecci prosegue: "Infatti non si può ignorare che di giorno le persone si incontrano in spiaggia, sotto l’ombrellone, in mare, al bar, si abbracciano e si baciano, mentre, dopo il tramonto, viene, invece, detto loro di stare a due metri di distanza pena il pagamento di sanzioni. La confusione è generalizzata dato che, è di oggi la notizia, gli studenti, a scuola, dovranno stare a distanza di un metro (ma da bocca a bocca!) mentre in discoteca dovranno continuare a stare a due metri. Quale capogruppo Lega in Consiglio comunale giudico tutto ciò illogico e privo di buon senso per cui occorre che le Autorità, tutte, si attivino, ciascuna secondo le proprie competenze, presso il proprio organo superiore, per sollecitare la modifica dei protocolli sanitari che, allo stato, sono inapplicabili perché contrastano palesemente con i diritti e la libertà delle persone".

Pecci esorta affinché "Maggioranza ed opposizione devono intervenire per far cambiare dei protocolli sanitari predisposti tardivamente da una classe dirigente casuale, priva di cultura scientifica e politica ed in perenne confusione. In questo momento di grave crisi occorre che l’economia nazionale e prima quella locale, non vengano frenate dalla burocrazia, ma debbano essere incentivate perché solo con il ritorno alla normalità si potrà far ripartire l‘economia. Gli imprenditori, anche quelli del mondo della notte, devono cogliere questo momento per pensare ad una ricostruzione economica da effettuare, all’interno delle loro attività, apportando quelle trasformazioni che in passato sembravano inconcepibili. Troppi amministratori, invece, continuano a guardare indietro, attraverso il loro specchietto retrovisore, ad una burocrazia che nel dopo Covid19 è inaccettabile. Si impone un cambiamento radicale da mettere in pratica subito".

L'appello anche alle forze dell'ordine: "L’Autorità di polizia deve incentivare i controlli contro la criminalità comune e contro la criminalità organizzata, per mettere in sicurezza il territorio lasciando, magari, alla Polizia Urbana, il controllo amministrativo sui protocolli a condizione che non si paralizzi la già lenta e difficile ripresa delle attività commerciali, comprese quelle del divertimento. La gente ha voglia di muoversi, l’economia del turismo riminese può, efficacemente, rispondere alla domanda del turismo di prossimità perché ha i mezzi e le strutture e, per questo, dobbiamo unirci tutti in una orchestra per suonare la stessa musica: solo così potremo salvare la “stagione balneare 2020” con una perdita di PIL contenuta; diversamente, se suoneremo spartiti diversi, a settembre, potremmo raccogliere solo i “cocci” di molte aziende e di molte attività che si aggiungeranno al portale dei fallimenti della provincia di Rimini".

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