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Nuova Provincia, prime parole da presidente per Gnassi: "Riaffermare la centralità dell’ente"

"Insieme a Consiglio e agli amministratori del territorio, in relazione all’evolversi di un quadro nazionale e regionale obbligatoriamente da attendere, faremo il punto sulla salute finanziaria dell’Ente", annuncia

“Assumere la responsabilità del governo provinciale, in una fase in cui dominano confusione e incertezza su competenze, deleghe, risorse finanziarie, personale dell’Ente ‘che non c’è ma c’è’, è questione che ha molto più a che fare con oneri che onori". Prime parole da presidente della Provincia di Rimini per il sindaco del capoluogo rivierasco, Andrea Gnassi. "L’ambiguità - aggiunge - è la cifra di fondo di questa ‘pulizia istituzionale italiana’, ideata e gestita più su una spinta emotiva che di reale consapevolezza di prospettive ed effetti".

"Ma, al di là della premessa, stante la situazione creatasi, siamo chiamati da oggi in avanti a organizzare e amministrare un’istituzione oggettivamente più debole di ieri, in un incrocio delicato per un’area come la nostra - prosegue - la vicenda della ‘nuova Provincia di Rimini’ si interseca inevitabilmente con quella regionale, a uno snodo cruciale sulle politiche di sistema, dal lavoro e dalla formazione, dai trasporti, alla sanità, alla tutela del territorio. Per questo credo che il primo compito dell’amministrazione provinciale sia quello di riaffermare la centralità dell’ente nelle dinamiche riminesi in relazione alla Romagna e a Bologna: se non definiamo linee comuni di azione su ognuna delle partite sopra citate, corriamo un grosso rischio, cioè quello di ‘lavorare inconsapevolmente per un re di Prussia’ che, non so se lo auspica, ma sicuramente ha tendenze centripete spiccate".

"Insieme a Consiglio e agli amministratori del territorio, in relazione all’evolversi di un quadro nazionale e regionale obbligatoriamente da attendere, faremo il punto sulla salute finanziaria dell’Ente, consapevoli di una situazione più grigia che rosea, stante i tagli governativi degli ultimi tre anni - prosegue il neo presidente della Provincia -. Credo che non andrà molto meglio per ciò che riguarda le nuove competenze istituzionali che la legge deve ancora assegnare con precisione (oltre a quelle già previste dalla riforma Del Rio: manutenzione strade, edilizia scolastica superiore, qualche delega ambientale, pari opportunità). C’è ancora una contrattazione aperta con le Regioni, anch’essa confusionaria, che potrebbe alla fine partorire un patchwork con poco capo e altrettanta coda. Staremo a vedere".

"Quello che intravedo da subito come elemento indispensabile è però il mantenere salda quell’unità d’intenti, quell’omogeneità di giudizio sulle questioni primarie per la nostra area, fuori da ogni discorso ideologico e/o partitico, che ha caratterizzato anche il percorso delle candidature e delle liste - prosegue Gnassi -. Un valore che, a mio parere, dovrà essere riconosciuto anche nella componente amministrativo/gestionale vera e propria. Su questa ‘responsabilizzazione condivisa’ decideremo assieme i campi sui quali virare l’attività provinciale. Se la ricognizione confermerà le ipotesi più negative per quanto riguarda la disponibilità economica, forse dovremo cercare di attutire la sensibile riduzione dei campi d’intervento attraverso la creatività e la fantasia".

"Sulla carta, ad esempio, si potrebbe attivare una sperimentazione di volontariato diffuso a livello sovra comunale dell’esperienza del ‘buon vicinato’ o ‘Civivo’ - continua -. Sceglieremo assieme agli amministratori dei Comuni. Quel che è certo è che non sarò né saremo ‘commissari liquidatori’ di un’esperienza istituzionale che comunque, per Rimini e in appena 20 anni, è stata fondamentale. In questo senso, ringrazio per tutti Stefano Vitali, ultimo presidente eletto e soprattutto uomo capace di far fare all’istituzione un salto di qualità e di visibilità notevoli sul fronte del richiamo a un’etica della politica.

Gnassi ha annunciato intanto che lunedì mattina "due squadre del Coordinamento provinciale della Protezione civile sono partite alla volta di Genova, per dare il loro apporto e il loro aiuto a una città e a una popolazione alle prese con un dramma. C’era bisogno della Provincia, siamo partiti come Provincia. Punto. Ecco, se il giorno che sancisce la nascita della nuova Provincia proseguono attività come questa, significa che per l’Ente il futuro non è ancora scritto".

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