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Sacchetti attacca l'onorevole Sarti: "Ha mentito solo per salvare la poltrona"

Il segretario provinciale del Partito Democratico contro la parlamentare grillina: "Come può ricoprire con serenità il ruolo di presidente della Commissione Giustizia?"

Dopo lo scandalo rimborsopoli, che ha travolto la parlamentare grillina Giulia Sarti che avrebbe fatto di tutto per nascondere il mancato versamento di parte del suo stipendio da onorevole al fondo per il microcredito, ad attaccare la deputata pentastellata è il segretario provinciale del Partito Democratico Filippo Sacchetti. "Secondo la Procura di Rimini - commenta l'esponente del Pd - l’onorevole Giulia Sarti non ha detto la verità. Chiaro, l’impostazione dell’accusa potrà essere accolta o meno dal Giudice ma il quadro che emerge, suffragata a quanto pare dai fatti, è oggettivamente inquietante. Viene fuori che la denuncia nei confronti dell’ex fidanzato è stata solo una bugia per salvaguardare la poltrona, vergognandosi di avere pasticciato sui rimborsi elettorali e cioè sui soldi. Poltrona e soldi, niente di più e niente di meno della politica peggiore. Con in più un’aggravante: avere tirato dentro questo pantano perfino i sentimenti". 

"I giudici decideranno e i verdetti taglieranno la testa al toro - conclude Sacchetti. - Ma i sospetti che tutta l’opinione pubblica aveva avuto un anno fa su questa vicenda vengono adesso non solo confermati ma addirittura aumentano a dismisura. Molte persone, nella stessa situazione della Sarti, avrebbero chiesto scusa e avrebbero fatto un passo indietro. Lei no: ha preferito l’altra strada. E il giudizio politico che ne consegue non può che essere negativo, pessimo. ma la questione che emerge è già un giudizio politico. La Sarti e gli esponenti del Movimento 5 Stelle che suggerirono la ‘strana’ denuncia, non hanno avuto alcuna remora, per salvare loro stessi, a inventarsi un caso là dove non c’era. Non solo: se il lavoro della procura venisse confermato nel giudizio, il caso sarebbe nazionale, se non lo è già oggi. Come può l’onorevole Giulia Sarti, che avrebbe secondo l’accusa inventato una denuncia contro l’ex fidanzato sull’uso dell’indennità da parlamentare, ricoprire con serenità il ruolo di presidente della Commissione Giustizia?"

"I pm di Rimini confermano che la deputata M5s Giulia Sarti taroccava i bonifici con finte restituzioni e che scaricare la colpa sul fidanzato, con cui era d'accordo, è stata solo una penosa messinscena. Ora si dovrebbe dimettere subito da presidente della commissione Giustizia della Camera per aver mentito due volte: prima coi rimborsi farlocchi, poi con il finto furto attribuito al fidanzato". Lo scrive su Facebook e in un comunicato stampa il deputato del Partito democratico Ubaldo Pagano. "La conferma che è stata tutta una sceneggiata- prosegue Pagano- arriva anche dal fatto che l'avvocato della Sarti non ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione per il fidanzato, che ha portato ai magistrati i messaggi whatsapp con i quali la deputata confessava la pagliacciata ad uso tv e giornali. Altro che 'onestà onestà', il caso Rimborsopoli svelato dalle Iene in campagna elettorale mostrò che le fantomatiche restituzioni erano in realtà l'ennesimo raggiro targato M5s". 

Sull'argomento è intervenuta anche Forza Italia col commissario provinciale Giulio Mignani che ha sottolineato come "Siamo garantisti e attendiamo l'ultima parola che spetta al GIP, ma la situazione pare ormai delineata: l'accusa stessa sostiene che non sia stato commesso alcun reato e a quanto pare l'Onorevole non si è opposta alla richiesta del PM. Tradotto: a meno di colpi di scena si può dire che l'Onorevole non fu raggirata e che sua sia stata la responsabilità della mancata restituzione di parte dello stipendio, scoperta e strombazzata in TV da Le Iene. Malafede? Leggerezza? Disattenzione? 
Vedremo cosa diranno le carte: nel frattempo possiamo già parlare di una brutta pagina politica, in un momento in cui le stelle, se sono 5, cadono più in fretta delle altre. Non è infatti per il Movimento un caso isolato".

"Siamo alla millesima giravolta compiuta da chi si diceva superiore agli altri - prosegue Mignani. - Una volta effettuata una straordinaria operazione di marketing, che aveva lo sopo di convincere l'elettorato che l'onestà esiste in natura solo se a marchio 5 Stelle, sono cominciate in serie le magagne. La "svista" dell'On. Sarti (che non ha rubato nulla, che ha però trattenuto quello che aveva promesso di restituire) è solo l'ultima figuraccia di un Movimento che ha cambiato idea su tutto. Dalla TAP, all'immunità parlamentare, dagli avvisi di garanzia che non sono più così gravi, alle alleanze con i partiti che prima sono il male assoluto, poi un male necessario e poi non sono nemmeno così male.
Dagli F35 che prima sono costosi giocattoli, poi strumento militare necessario, all'ILVA che prima delle elezioni chiude e poi, ovviamente, non chiude più. E poi ci sono le consultazioni online, sempre più rare, il limite al doppio mandato sempre più in discussione, e qui termino un elenco che sarebbe interminabile. Il perchè di tutto ciò? Sta nella natura umana, italica per lo più, che emerge in mancanza di un'accurata selezione della classe dirigente. Massimo Gramellini ha dipinto la situazione in due parole: "Se fai la pesca a strascico in Italia, tiri su l'Italia, non la Svezia". Eccoci qui, ad un anticipatissimo crepuscolo degli idoli: dove uno valeva uno, e ora uno vale l'altro. Chi dice che tutti sono uguali quasi sempre vive nella malcelata convinzione di essere più uguale degli altri. Figuriamoci, allora, chi diceva di essere superiore".

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